La località Chiantinelle, come tutta la valle del Fortore, sembra non essere stata più frequentata nel periodo che intercorre tra la facies del Guadone e quella di Serra d'Alto, anche se documentazione relativa alla facies Masseria la Quercia si rinviene nel segmento mediano della vallata, a Toppo Capuana e a Monte San Giovanni (GRAVINA 2005a).
Non si conoscono finora, lungo il Fortore, attestazioni certe di ceramica figulina con decorazione a bande rosse, nello stile di Passo di Corvo, periodo in cui nel resto della Daunia si registra una forte contrazione del numero degli insediamenti (Gravina 1980, p. 86). né di quelle con decorazione tricromica nello stile della Scaloria, fase che fa registrare il numero minimo di presenze nel territorio con appena una quindicina di siti (GRAVINA 1980, p. 86, 1988),
In un momento immediatamente successivo compare la ceramica di stile Serra d'Alto, a cui si accompagna un progressivo ripopolamento.
Il nuovo impianto insediativo non privilegia la pianura, come nel Neolitico Antico, ma le aree di snodo tra la pianura, le colline ed il Gargano o quelle di grande interesse logistico lungo la costa settentrionale garganica, come a Vieste (GRAVINA 1989), o ancora lungo i fiumi, come a Ciccallento in agro di S. Marco in Lamis sul Candelaro (GRAVINA 1999)) e a San Matteo-Chiantinelle sul Fortore (GRAVINA, 1978). Si tratta di aree particolarmente favorevoli allo sviluppo di attività di scambio e di sfruttamento dell'ecosistema, ai margini di estese zone umide e/o di agevole guado, come Ciccallento, Coppa Pallante presso S. Severo (GRAVINA 1987) e la stessa San Matteo-Chiantinelle, dove la presenza di un amo in osso indizia anche la pratica della Pesca (fig. 7, II).
Caratteristica generate degli abitati del Serra d'Alto è la ridotta dimensione, che contrasta con la rilevante estensione dell'abitato di S. Matteo-Chiantinelle, il quale nel nuovo assetto territoriale. per buona parte inedito rispetto a quello della fase precedente, appare come un possibile centro di riferimento territoriale. Molto probabilmente la comunità di S. Matteo-Chiantinelle è stata in grado di inserirsi nei flussi di scambio a largo raggio che vanno da Lipari alle Tremiti ben visibili ad occhio nudo da Chiantinelle - e dalle aree abruzzesi-molisane e appenniniche alle coste adriatiche orientali dove, nell'attuale abitato di Vieste, esisteva un'altra comunità del Serra d'Alto antico (GRAVINA 1989) a cui facevano capo i gruppi che sfruttavano le miniere di selce del territorio.
L'eccezionale importanza logistica del sito, area di convergenza di piste preistoriche ricalcate in età protostorica e storica da tracciati stradali preromani e romani (ALVISI 1970), è segnata, come in passato, dalla vicinanza della costa adriatica, dal controllo del guado sul Fortore e del segmento iniziate del percorso fluviale più importante della Daunia, attraverso il quale si poteva risalire verso l'interno fino alle aree appenniniche; ma nella fase del Serra d'Alto acquista una nuova dimensione correlata direttamente ai grandi mutamenti che si registrano in economia, caratterizzati dallo spostamento dell'asse dell'attività produttiva dalle grandi distese del Tavoliere, in precedenza sfruttate estensivamente dall'agricoltura, alle aree marginali dove era possibile praticare forme di economia più redditizia incentrate sulla pastorizia e sulle attività di scambio.
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