Questa è la causa principale di tante rovine: la poca penitenza che fanno ogni anno i cristiani. Vedo che si commettono tanti peccati, me ne rattristo ma non mi meraviglio; primo perché non siamo angeli, non siamo confermati in grazia, non siamo di marmo o di metallo, ma siamo frutti discendenti dall'infetta radice di Adamo, fragili e concepiti nel peccato. Mi meraviglio invece della mancanza di penitenza che si fa in riparazione dei peccati.
Non mi riferisco alla poca preparazione nel fare l'esame di coscienza, né al fatto che quel tale o quella tale in 365 giorni all'anno non hanno fatto altro che accumulare peccati con opere, parole, pensieri...
Non mi riferisco al poco dolore che sentiamo per i peccati commessi e al fatto che andiamo a confessarci come se avessimo offeso un Dio di legno o di stoppa. Parlo invece della poca riparazione, dello scarso frutto della nostra penitenza: ogni anno ci confessiamo e mai ci correggiamo.
Oso affermare che tra tutti i mali che vediamo nel mondo, questo è il maggiore di tutti o è comunque tra i maggiori che conosco: gran parte dei cristiani è in pericolo di perdersi perché si confessa in questo modo e appena finita la confessione ricade con facilità negli stessi peccati.
Predicatori della Chiesa di Cristo dove vi andate a perdere? Perchè ricercate la bellezza dei concetti e delle parole e altre vanità diaboliche?
Di questo dovete occuparvi, questo sia il vostro scopo, il vero fine: indurre i miseri peccatori alla vera e perfetta penitenza, e disingannatevi in questo: CHE NON BASTA CONFESSARSI PER OTTENERE LA SALVEZZA, MA BISOGNA ANCHE EMENDARSI.

Da "Fasciculus Myrrae" p.587, p. Cipriano de Meo - trascrizione del brano adattata in italiano corrente da P. Cattaneo