"A proposito di demonio, le frasi fatte e gli slogan faciloni sono sempre gli stessi: "E' roba da medioevo". "Ma che sono queste cretinate?". "A queste cose io non ci ho mai creduto". E con poche frasi insulse ci si libera del problema. La vastità del fenomeno della magia e dell'occulto in Italia, ormai è un'affermazione condivisa da tutti (cfr. Raul Salvucci, Indicazioni pastorali di un esorcista, Ed. Ancona Milano, 1995, pp. 15-22).

Padre Cipriano de Meo, residente nel convento Cappuccino di San Severo (FG), ha 78 anni, da 50 anni è sacerdote, da 62 anni è cappuccino e da circa 50 è esorcista.

Padre Cipriano esiste un'associazione internazionale esorcisti o almeno un'associazione Italiana?

Esiste un'associazione internazionale che comprende anche esorcisti italiani che costituiscono la maggior parte, mentre gli esorcisti esteri sono molto pochi. Questo fa già capire che la pastorale esorcistica non è molto curata all'estero, in Italia ci arrangiamo meglio.

Ho letto che ci sono addirittura delle nazioni nelle quali non ci sono esorcisti. Le risulta questo? In una rivista è riferito che ci sono delle nazioni prive d'esorcisti, come la Germania, la Svizzera, l'Austria, la Spagna e il Portogallo. Le risulta?

Si, almeno nei nostri convegni da queste nazioni non ne vengono mai e questo fa pensare che non ve ne siano. Da altre informazioni risulterebbe che in queste nazioni e nella stessa America, così grande, ci sono solo uno o due preti esorcisti.

Perché è nata questa associazione internazionale esorcisti?

Ci siamo dati una specie d'ordine interno: stabilire chi dovesse dare delle direttive, chi dovesse seguirle, come seguirle, che tipo di direttive usare, ecc. Fare in modo che tutti gli esorcisti seguano la stessa prassi.

Quali sono le finalità e le caratteristiche? Quali incontri organizza questa associazione internazionale?

Si tratta d'incontri annuali: un anno sono a livello nazionale, l'anno dopo a livello internazionale.

Il tema dell'incontro è darci un ordine per quanto riguarda il modo con cui si svolgono gli esorcismi, istruirci ancora meglio sulla realtà degli esorcismi: esorcismi nella storia, esorcismi secondo il Vangelo, ecc. Gli incontri hanno lo scopo d'aggiornamento ma anche di coordinamento. Più di una volta ho insistito per un tipo di scuola, un corso per esorcisti, perché imparare la storia degli esorcismi (nella Chiesa ortodossa, tra i protestanti, nella Chiesa Cattolica) è una bella cosa, però chi viene nominato dal Vescovo esorcista deve sapere cosa deve fare oggi, deve avere in mano, uno strumento facile ed efficace da usare oggi.

Padre Cipriano Lei è esorcista da 48 anni?

Si quasi 50!

La pratica esorcistica deve entrare nell'ordinaria programmazione pastorale?

La cura dei disturbati dal maligno, dei cosiddetti "ossessi" deve diventare una prassi pastorale. Nel Documento CEI, "La Chiesa Italiana e le prospettive del paese" (23/10/1981), la Chiesa italiana ha fatto la scelta di mettersi al fianco dei poveri e degli emarginati. Perché le persone colpite da forme d'occultismo, vengono di fatto emarginate, trascurate, derise, abbandonate a se stesse oppure lasciate in balia di ciarlatani ed imbroglioni, di un esercito di speculatori e di sciacalli dell'occulto? Perché non c'è chi li cura con amore e più attenzione?

Ogni sacerdote, perché sacerdote, ha già un certo grado di potere esorcistico, però Lei è stato nominato esorcista dal Vescovo e ci sono dei sacerdoti che scoprono di avere grandi attitudini e capacità in questo campo. Lei pensa che essere esorcista è una vocazione?

Ci vuole sicuramente una certa inclinazione per questo tipo di lavoro: nessuno si può autoinvestire, e se qualcuno intraprende questo apostolato con leggerezza ed incompetenza intraprende una battaglia perduta in partenza. Questo tipo d'apostolato impegna tutta una preparazione spirituale del sacerdote, una preparazione culturale, implica l'obbedienza al proprio Vescovo, l'obbedienza alle leggi della Chiesa; nessuno può fare esorcismi a casaccio, solo perché ha letto qualche libro, è incuriosito da qualcosa, oppure perché ha letto qualche articolo, ecc. E' assurdo fare esorcismi senza essere autorizzati dal proprio Vescovo. Ricevuto il mandato dal Vescovo si può agire solo nella sua diocesi.

Nella Nota della Conferenza Episcopale Toscana "A proposito di magia e demonologia" , si legge che: "Alcuni segni che possono fare pensare alla presenza demoniaca sono: forza fisica abnorme, comunicazione attraverso lingue ignote, conoscenza di cose lontane o segrete, atmosfera malsana (spinta al peccato, ecc.), avversione alle realtà religiose". C'è anche qualche altro segno?

Sono i segni usuali.

In questa nota, a partire dalla prefazione del Card. Silvio Piovanelli, si ribadisce spesso che l'attività dell'esorcista è un'applicazione della Signoria di Cristo. L'esorcista, rende presente e prolunga l'assoluta Signoria di Cristo nella Sua vittoria sulle potenze delle tenebre. La Nota prima parte dell'esistenza della magia, dalla sua diffusione, dalla gravità del fenomeno della magia e dello spiritismo, poi ripropone il giudizio dottrinale della Chiesa, quindi parla delle varie forme della magia, dalla possessione diabolica, soffermandosi sui problemi specifici del "maleficio" e della possessione diabolica e infine indica il senso e le condizioni dell'intervento della Chiesa. Nel contesto della magia nera tutti sanno che viene praticato il maleficio. Tutti sanno che esistono sette magiche, pratiche esoteriche, riti vudù, magia nera. Anche in televisione, in trasmissioni su questo tema, hanno fatto vedere i rituali, le pratiche, i simboli, le riunioni, le bambole piene di spilli, ecc. Il mercato di maghi, fattucchiere, occultisti, l'industria del magico fattura miliardi ed ha clienti numerosi. Verso questi argomenti si nota però una prevenzione strana. Si può e si deve discutere sull'efficacia concreta di queste pratiche di magia nera, ma non si può discutere sul fatto che ci siano persone che tentano di fare del male agli altri, attraverso pratiche occulte. S. Tommaso d'Aquino, annovera il maleficio (una forma particolare di magia nera finalizzata a nuocere al prossimo) tra i peccati mortali (S. Th., II-II, q.76, a.3) spiega che cos'è e ne indica anche le caratteristiche. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla di pratiche magiche che si accompagnano all'intenzione di nuocere agli altri (n.2117). Il Rituale degli esorcismi della Chiesa Cattolica ne parla da sempre e contiene preghiere specifiche per affrontare questi casi. Anche la Chiesa greco ortodossa ha una preghiera specifica per questo tipo di liberazione. Perché allora tutte queste difficoltà, perché tante perplessità? Perché questa freddezza nei riguardi dell'azione straordinaria del maligno? Eppure nel Vangelo si parla dell'azione del demonio e di Gesù stesso che fa molti esorcismi. Quindi la Chiesa non fa altro che prolungare ed attualizzare quello che faceva Gesù. Perché invece, oggi, c'è tutta questa prevenzione? Non sarà forse conseguenza della generale crisi che abbiamo attraversato?

Noi abbiamo avuto una scia di teologi che si sono avventurati in troppe negazioni. Quando Gesù scaccia i demoni, dicono che si tratta solo di un modo di dire dell'evangelista per mettere in evidenza la potenza di Cristo!! Se Cristo è potente, contro chi sarebbe potente? Non è logico dover quindi concepire anche l'avversario? In un convegno di sacerdoti, dopo che ebbi esposto i passi del Vangelo dove Gesù scaccia i demoni, un sacerdote chiese la parola e mi apostrofò dicendo: "Si, lei ha citato il Vangelo ma non l'ha interpretato bene. Il Vangelo è un'espressione continua di parabole. Sono tutte parabole. Gesù ha sempre insegnato per parabole". Questa convinzione è proprio deviante, se non eretica. Quando Gesù vuole usare una parabola, il Vangelo lo dice chiaramente. "Gesù riferì loro questa parabola" (Mt13,3.24.31.33.51; 21,33; 22,1-14). Mentre il Vangelo distingue nettamente fatti storici realmente accaduti (Ma 2,1; 3,1-12), le guarigioni (Mt 8,1-16; 9,1-8; 12,9-14), gli insegnamenti (Mt 5,1-48; 10,5-32; 11,1), i rimproveri (Mt 11,20-24; 23,13-30), gli esorcismi (Mt 8,28-34; 9,32-34; 17,14-21), distinguendoli dalle guarigioni (Mt 4,24). Quando scaccia i demoni non si tratta di una parabola, ma di una realtà. Non ha combattuto un fantasma, ma una realtà, altrimenti si sarebbe trattato di una farsa. Tanti santi hanno combattuto col demonio (si pensi a Padre Pio), tanti santi sono stati tentati dal demonio, si pensi anche alle esperienze in tal senso dei Padri del Deserto, tanti santi hanno operato esorcismi: allora sarebbero stati tutti falsi, tutti nevrotici? Come si fa a non credere? Qualche altro teologo o biblista afferma: "Gesù con la sua risurrezione ha vinto tutto, ha vinto anche il demonio". Si ha vinto ma questa vittoria si deve applicare e deve essere incarnata nella vita di ognuno di noi e l'azione del demonio non è stata completamente annullata. Il demonio non è stato distrutto. Il Vangelo dice che il demonio esiste e che ha tentato persino Cristo. Gesù ci ha dato le armi, anche a noi, per vincerlo. Il Demonio può ancora tentarci, tutti possiamo essere tentati, come dimostra la preghiera contro il maligno che Gesù stesso ci ha insegnato, nel Padre nostro. Fino al Vaticano II al termine della messa si diceva la preghiera a S. Michele Arcangelo, il piccolo esorcismo composto da Papa Leone XIII e si leggeva il Prologo del Vangelo di S. Giovanni proprio in chiave liberatoria.

Padre Cipriano, ho qui un resoconto un po' desolante fatto da una rivista sulla situazione esorcistica. Glielo leggo e poi lei mi dice che ne pensa, se è d'accordo, oppure intende correggere qualcosa. "Nella formazione dei sacerdoti non c'è nulla che riguarda questo tema. Non è questa una conseguenza della debolezza teologica di certe posizioni che circolano nella Chiesa da circa 20-30 anni? Una buona quantità del clero non crede più agli esorcismi. Ci sono interi episcopati contrari agli esorcismi. Ci sono nazioni completamente prive d'esorcisti come la Germania, l'Austria, la Svizzera, la Spagna e il Portogallo. Una carenza spaventosa. Prima che uscisse questo Nuovo Rituale, l'episcopato tedesco ha scritto una lettera al Cardinale Ratzinger in cui affermava che non occorreva un nuovo Rituale, perché non si dovevano più fare gli esorcismi. Le edizioni Piemme hanno pubblicato il libro scritto dal più noto esorcista francese, Isidoro Froc, dal titolo "Gli esorcisti, chi sono e cosa fanno", scritto per incarico della Conferenza episcopale francese. L'autore ha più volte ribadito alla televisione francese di non avere mai fatto esorcismi e che mai li farà. Su un centinaio d'esorcisti francesi solo cinque credono all'esistenza del demonio, tutti gli altri mandano che si rivolge a loro solo agli psichiatri. Ci sono tantissimi vescovi e cardinali che appena nominati in una diocesi hanno tolto a tutti gli esorcisti, la facoltà di esercitare. Ci sono Vescovi che sostengono apertamente: "Io non ci credo. Sono cose del passato".

Su questa situazione c'è stata, purtroppo l'influenza perniciosissima di certi biblisti. Il rituale esorcistico va corretto, non rifatto. Questa mentalità che è da buttare via tutto quello che c'era nel passato e bisogna rifare tutto daccapo è segno della crisi che attraversa alcuni settori del mondo cattolico "Intervista a Padre Gabriele Amorth, 30 giorni, giugno 2001, n.6., p.31-33).

Oggi sembra che l'atteggiamento della Chiesa di fronte all'opera di satana nel mondo, sia quello del pudore: si vergogna di ammettere questa realtà. Dagli anni Cinquanta in poi la religiosità tradizionale in Italia ha subito un pauroso crollo con infinite emorragie da ogni parte: nel clero, nel costume, nella pratica religiosa, nella forza delle strutture. C’è uno sforzo generoso, specialmente da parte dell'episcopato di recuperare le perdite cercando di migliorare l'immagine della Chiesa con una presentazione, del suo messaggio e della sua vita, più moderna ed aggiornata: si direbbe che si sta facendo un abitino nuovo per presentarsi alla società d'oggi. /.../

Dover ammettere che satana opera ancora oggi nella comunità dei credenti, come ha detto ripetutamente anche l'attuale Pontefice, dover ammettere che bisognerebbe nominare qualche esorcista, a qualcuno sembra che è come buttare una macchia nera da medioevo retrivo su un vestito bianco e pulito. Una macchia scura su un vestito moderno. Ci si è voluti dare a tutti i costi un'immagine di modernità secondo i pregiudizi di moda: questo vestito moderno non ammette macchie oscure o presunte tali. I Vescovi che accettano di nominare esorcisti, lo fanno con precise condizioni, che espongo con delicata ironia:

1) l'esorcista rimanga e operi discretamente nascosto dietro un sicuro paravento;

2) sia gratificato dalla diffidenza e, in qualche caso, dal disprezzo dei confratelli, cosicché non comprometta la categoria;

3) a chi, a lungo, con impegno, ha fatto l'esorcista, sia vietato, anche se capace, l'accesso a posti di un certo rilievo. Perché il metterlo in un posto importante, renderebbe più vistosa la macchia oscura sul vestito moderno" (Raul Salvucci, Indicazioni pastorali di un esorcista. Editrice Ancora, Milano, 1995, pp. 33-34).

Confermo sostanzialmente quest'esposizione fatta da Padre Amorth e da Padre Raul Salvucci. Molti sacerdoti non credono più a questa realtà attestata dal Vangelo, ribadita da Magistero della Chiesa e testimoniata nella vita di tutti i santi e sante della Chiesa.

Come ha iniziato, come si è accorto di questa vocazione?

Me ne sono accorto, quasi per caso. Non avevo mai pensato a quest'attività, a questo apostolato. Ero in provincia di Avellino, come rettore di un nostro seminario a Gesualdo. Il 07/12/1952, di pomeriggio, bussano alla porta del convento alcune persone. Non andò ad aprire il portinaio e ci andai io. Vidi tre persone, di cui una donna tutta attorcigliata in uno scialle di lana, e due uomini di cui uno era il cognato e l'altro il fratello (in seguito scoprii che proprio quel cognato era l'autore del male verso quella donna). Ho chiesto loro cosa desiderassero. Siccome sembravano dei poveri ho subito chiesto se volessero mangiare qualcosa, ma nessuno rispondeva. Allora, per rompere il silenzio, a quella donna che aveva degli occhiacci fuori dalle orbite (degli occhi molto strani) chiesi come si chiamasse. Stranamente mi rispose la voce di un uomo, ed esultando, mi disse: "Mi chiamo diavolo!". Ebbi qualche attimo di brivido, poi mi ripresi subito e quasi scherzando, mi presentai e dissi: "Tanto piacere, tu ti chiami "diavolo" ed io mi chiamo Padre Cipriano". Siamo stati per un'ora a parlare di tante cose, ma avevo capito che mi trovavo davanti ad un fatto strano, una cosa nuova. Ne parlai al mio superiore ma lui non volle interessarsene, e mi ingiunse di occuparmene io, perché lui aveva paura. Presi l'iniziativa di andare a parlare con l'allora Vescovo d'Avellino. Mons. Gioacchino Pelicini il quale mi autorizzò a portare avanti quella battaglia.

Questo caso mi impegnò per tre anni e in quei tre primi anni di questa attività ho imparato tante cose, ho visto anche tanti inganni, sono stato anche vittima d'inganni, data la mia inesperienza. Per affrontare questo caso ebbi l'aiuto spirituale di Padre Pio al quale io mi rivolsi. Egli mi fece sapere che avrebbe pregato perché non mi stancassi. La lotta col demonio, infatti, è dura e lunga e naturalmente stanca. Grazie a Dio fino ad oggi non mi sono mai stancato.

Padre Pio ha sempre combattuto col diavolo, sin dall'inizio, e con la preghiera e la sua benedizione lo ha scacciato e colpito, ma ne ha ricevuto anche tanti "disturbi".

Il diavolo ha l'abitudine di vendicarsi! Ma l'importante è sapere quali armi usare quando ci si trova, con certezza, dinanzi ad offensive e strategie maligne.

Padre, in questi 50 anni di servizio, quali sono stati i casi più difficili, quelli che l'hanno colpita di più?

Ce ne sono tanti, ed ogni caso ha avuto la sua sfaccettatura, la sua singolarità. Ho imparato molto da questa lunga battaglia col demonio: la sua subdola cattiveria, le sua sottili astuzie, le preghiere che più gli danno fastidio e quelle che più odia; qual'è il tipo di vita più efficace per il sacerdote esorcista. Tutti i casi certi che ho affrontato sono documentati in un libro che sto finendo di scrivere e che presto verrà pubblicato. Racconterò le cose più essenziali: c'è una parte dottrinale (l'ecclesiologia, cosa insegna la Chiesa, cosa credere) e una parte operativa (come operare, cosa utilizzare, ecc.).

In che modo lei opera il discernimento? Come fa a distinguere i casi di persone disturbate dal demonio, da quelle che hanno solo disturbi psichici o psichiatrici?

Normalmente, noi esorcisti usiamo questo metodo: quando c'è un caso dubbio si fa l'esorcismo e l'esorcismo ha anche valore terapeutico. Nel nuovo rituale però si trova la proibizione di fare l'esorcismo se non si è certi della presenza del demonio. Noi non abbiamo accettato di buon grado questa proibizione. In ultima istanza per verificare se c'è presenza demoniaca, si fa la verifica proprio con l'esorcismo, con la formula che si trova nel rituale. Pur rimanendo dell'idea che l'esorcismo ha valore terapeutico, per obbedienza alla Chiesa mi servo di altre preghiere per vedere se c'è l'azione o meno in questo senso. Comincio sempre col segno della croce, l'imposizione delle mani sulla testa e una preghiera alla Madonna, possibilmente in comune con i parenti o l'interessato, poi altre preghiere, e se è il caso concludo con l'esorcismo.

Padre, in tutti questi mercoledì che sono venuto qui a San Severo ad aiutarla, ho notato che Lei spesso prega in silenzio su queste persone.

So, per esperienza, che la preghiera silenziosa da molto fastidio all'avversario. Più di una volta, mi sono sentito dire: "Perché non parli?". Ma io non ascolto ciò che viene dallo spirito della menzogna.

Padre Lei ha parlato dell'imposizione delle mani solo sulla testa, perché evidentemente Lei pensa o sa che ci sono degli abusi con questa "imposizione delle mani"?

Purtroppo per esperienza so che molti sacerdoti toccano dappertutto il corpo della persona. Questa non è mai stata la prassi di noi esorcisti. Nella nostra esperienza, mai è stato approvato un metodo del genere. Tutt'al più si tocca con un crocefisso, con un oggetto sacro, però non con le mani dappertutto, specialmente se si tratta di donne e questo per motivi di prudenza.

Il mercoledì, quando preghiamo insieme per questi particolari tipi di "ammalati", Lei prima prega nella stanzetta sulla persona, se si accorge che effettivamente è un caso serio, lo rimanda alla celebrazione della Messa che si svolge sempre a porte chiuse e solo con le persone che Lei autorizza, per motivi di prudenza. Perché fa così?

La partecipazione alla S. Messa è il più grande tormento che si può dare allo spirito maligno. La S. Messa, in un certo senso, è il primo e il più potente e fondamentale... esorcismo!

Nei tanti mercoledì che sono stato con Lei, ho visto persone che tornano tante volte, qualcuno è in cura da anni. Come mai, a volte, la "terapia" è così lunga?.

Dipende dalla profondità del male, da quanto è radicato, da quanto la persona collabora, ecc. Si tenga conto che sempre la cura di questi casi introduce e promuove un vero cammino di fede, nel quale la persona cresce e si fortifica nella fede e questo coinvolge anche i parenti e gli amici che accompagnano il "paziente". La durata è dovuta al tempo necessario per avere persone robuste e mature nella fede.

Lei giustamente, invita tutte le persone a confessarsi, ad andare a Messa, a pregare il S. Rosario, ecc. perché senza un loro coinvolgimento, senza una qualche partecipazione da parte loro non si danno guarigioni magiche. L'esorcismo non può essere pensato come uno strumento magico. La "lungaggine" può essere dipesa anche dal fatto che loro non collaborino con la Grazia? Mi sono accorto che alcuni di loro sono incostanti, negligenti, anzi cercano di tenersi lontano dalla grazia, per cui Lei deve faticare di più. Allora, in qualche caso di ritardo nella guarigione, si può pensare anche a delle negligenze da parte degli "ammalati"?

Certo, io chiedo sempre una qualche collaborazione sia dell'interessato che dei parenti. Se le persone sono nel peccato o vogliono rimanere nel peccato, è inutile che mi vengano a dire o a chiedere una benedizione o un esorcismo perché non ha senso. Per prima cosa bisogna mettersi in grazia di Dio e quindi innanzitutto una buona confessione.

Padre Lei ha conosciuto personalmente Padre Pio?

Certo. Sin dal primo caso che ho avuto, pensai di portarlo da Padre Pio e lui, scherzosamente mi rispose: "Ho già tanti diavoli attorno, pure questo mi vuoi portare? Pregherò per te in modo che tu non ti stanchi mai". Quando, durante un esorcismo, mi fu detto che in un paziente c'erano quattro spiriti maligni (cfr: Mc 5,8-10) mandai un mio confratello a San Giovanni Rotondo per chiedere a Padre Pio, quando mi sarei sbrigato con quel caso. Padre Pio mi rispose con queste testuali parole: "Di a Padre Cipriano che non sono quattro, ma è uno solo il vero diavolo, che fa quattro voci!". Il demonio mira a ingannare il sacerdote, gli interessati e pure gli altri che stanno attorno. Invece in questi lunghi anni, ho curato una diecina di veri grossi casi, cioè di possessioni, che spesso mi hanno portato via anche degli anni. C'è stato il caso di una ragazza che è durato dieci anni. Una ragazza che, a prova fatta, era posseduta da dodici spiriti maligni che sono usciti, man mano, a forza di preghiere ripetute.

Nella preghiera del Mercoledì, nella Chiesetta di S. Matteo, a San Severo, ho visto alcuni ammalati che a volte sono più calmi, a volte invece sono proprio furiosi e cercano spesso di aggredirla anche fisicamente oltre ad insultarla e disturbarla durante la Messa.

Quella è una tecnica. Il fatto di presentarsi un giorno calmi e un altro giorno furiosi è perché cercano di ingannare il sacerdote il quale vedendo che la persona sta calma, può pensare che la vittoria sia prossima e quindi rallentare il ritmo delle preghiere. Invece non bisogna mai farsi illudere, perché il demonio muove guerra ed usa tutte le armi.

Quando Lei è certo che una persona è stata liberata definitivamente?

In genere si vede che non reagisce più alle preghiere, che ha intrapreso una ricca e convinta vita sacramentale, ha amore alla preghiera e alla Parola di Dio. Il momento della liberazione è in genere accompagnato con un segno esterno, come potrebbe essere anche il vomito. Ci sono casi in cui la persona ha espulso materiale che ho fatto esaminare da medici e istopatologi. Mi hanno risposto che non si trattava di cose del corpo umano ma che erano pelli di lucertola, di rospi, ecc.

Padre, quali sono le più importanti differenze tra questo nuovo rituale per l'esorcismo e il rituale romano classico?

La parte dottrinale è la stessa. E' nella parte pratica che ci sono delle differenze. Sono state tolte tante preghiere importanti che la nostra esperienza ci ha confermato essere molto efficaci e sono state tolte le invocazioni alla Madonna. Ricordiamo comunque che, in ultima istanza, quello che è decisiva è la santità della persona, la ricchezza di grazia personale.

Io so però che il Card. Medina, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, a questo nuovo rituale ha aggiunto una notificazione in cui si afferma che gli esorcisti non sono obbligati a usare solo questo nuovo rituale ma, se vogliono, possono utilizzare anche il vecchio rituale facendo una richiesta al Vescovo. Il Vescovo chiede l'autorizzazione alla Congregazione che la concede senza difficoltà. Così grazie a questo cardinale c'è una scialuppa di salvataggio.

La Scuola per esorcisti ha anche il compito di far studiare la storia del fenomeno e la storia dei vari strumenti messi a disposizione dalla Chiesa, nelle varie epoche, per combattere il male. Io credo che oggi i Vescovi abbiano difficoltà a nominare esorcisti, anche perché non è facile trovare sacerdoti e religiosi disponibili per questo compito. Forse non è neanche facile trovare persone che abbiano tutti i requisiti previsti dal Diritto canonico.

Quanti esorcisti ci sono in Italia?

Ma io non credo che ce ne siano tanti: c'è qualcuno che parla di duecento, trecento, ma io non ci credo. In teoria in ogni Diocesi ci dovrebbe essere un esorcista, ma in pratica questo non accade. Sicuramente nominati ufficialmente dai Vescovi dovremmo essere un'ottantina.

Quali sono, secondo Lei, i maggiori abusi che avvengono in questo campo?

Per esorcista bisogna intendere solo il sacerdote autorizzato dal proprio Vescovo. I sacerdoti non devono servirsi di presunti sensitivi che credono di avere poteri superiori a quelli del prete o addirittura del Vescovo. Bisogna evitare l'abuso dei sacramentali: mettere il sale in ogni angolo della casa, ungere tutte le mura con olio benedetto, oppure usare acqua santa prelevata da...sette chiese!!! Si può cadere in un uso superstizioso dei sacramentali. Quindi innanzitutto uso corretto dei sacramentali e mai mettere al primo posto i sacramentali, al di sopra cioè dei sacramenti. E' una cosa ridicola.

E' prima il sacerdote che deve fare una valutazione su questi casi e poi, se lo ritiene opportuno, manda dallo psichiatra oppure Lei pensa che bisogna mandare prima la persona dallo psichiatra e poi è lo psichiatra che, eventualmente, lo manda dal prete?

Il sacerdote, quando gli viene presentato uno di questi possibili casi, fa la sua benedizione e le sue preghiere. Se poi vede, onestamente, che c'è qualcosa di patologico allora manda dallo psichiatra. Il sacerdote stesso chiede la collaborazione, quando è necessaria. Il sacerdote deve dire, onestamente: "fin qua posso; questo altro fenomeno è competenza del neurologo, del medico o dello psichiatra". Dunque viene prima il sacerdote, con i suoi mezzi, con la preghiera, con le sue benedizioni i suoi sacramenti, e il suo ufficio specifico, se poi nonostante tutto il disturbo continua o si manifesta come non di competenza dell'esorcista, allora si manda la persona dal medico competente.