La stampa, i male informati ed anche qualche figlio spirituale di P.
Pio, considerando i provvedimenti severi ed umilianti talvolta presi dalla
Chiesa nei suoi riguardi, specialmente sotto il pontificato di Pio XI°
e di Giovanni XXIII°, parlano di persecuzione e di detenzione, per cui
si minacciò pure di ricorrere all'ONU avendo intaccato per P. Pio"
i diritti dell'uomo".
Lo scienziato Prof. Enrico Medi scrisse di P. Pio: "Quando
la Chiesa a lui ha chiesto il sacrificio di non celebrare la messa, non
l'ha celebrata; quando gli ha chiesto il sacrificio di stare chiuso in silenzio,
è stato chiuso in silenzio; quando gli ha chiesto di parlare, ha
parlato; di pregare, ha pregato; di celebrare, ha celebrato; quando gli
ha chiesto di scomparire, è scomparso".
P. Pio ha ripetuto sempre e con fermezza: "Dolce è
la mano della Chiesa, anche quando percuote, perche è la mano della
madre".
Dieci giorni prima che Paolo VI° lasciasse questa valle di lacrime,
approfittando dell'udienza che il Santo Padre aveva concesso ai Padri Capitolari,
convocati a Roma in capitolo speciale, il P. Pio scrisse: "Prego
perché l'Ordine Cappuccino possa essere sempre più pronto
ad accorrere nelle necessità della Madre Chiesa al cenno della Santità
Vostra."
Conoscendo le sofferenze del Papa per le sorti della Chiesa, per la pace
nel mondo, per le necessità dei popoli, ma soprattutto per la mancanza
di obbedienza di alcuni, P. Pio protestava di offrire le sue quotidiane
preghiere e sofferenze "quale piccolo, ma sincero pensiero dell'ultimo
dei suoi figli".
Approvando in pieno l'enciclica Humanae Vitae, per la quale Paolo VI°
ebbe tante critiche e dispiaceri, P. Pio scriveva al SantoPadre;"Riaffermo
la mia fede, la mia incondizionata obbedienza alle Vostre illuminate direttive".
E per morire "umilissimo figlio tra le braccia della Chiesa",
consegna quanto possiede e tutte le opere realizzate in suo nome, con testamento,
alla Santa Sede.
border=0> Carol Wojtjla, il futuro Giovanni Paolo II°, nel 1947, trovandosi
a Roma, giovane sacerdote, per completare i suoi studi, approfittò
per recarsi a S. Giovanni Rotondo per conoscere il P. Pio, inginocchiarsi
ai suoi piedi, fare la sua confessione ed avere da lui lumi, incoraggiamento
e sostegno nel suo apostolato sacerdotale. Rimase fortemente impressionato
dalla santità di quest'uomo di Dio.
Vi ritornò da Cardinale il 1974 durante il Concilio Vaticano II°
e per l'intercessione di P. Pio, cui si era rivolto con lettera scritta
di suo pugno, ottenne una grazia straordinaria per una sua diletta collaboratrice
di Cracovia.
La terza volta,il 23 Maggio 1987 vi tornò da Vicario di Cristo
e si fermò sulla tomba del Servo di Dio in profonda preghiera per
ben 10 minuti.
Cosa abbia chiesto il Papa a P.Pio o cosa gli abbia promesso non ci è
dato sapere.... Però il 2 Maggio 1999 il Santo Padre, in Piazza S.
Pietro, gremita di fedeli devoti del Frate dalle Stimmate, gremita altresì
anche Piazza S. Giovanni in Laterano, e seguito dal mondo intero, via etere,
annoverava solennemente il P. Pio da Pietrelcina tra il numero dei Beati.
Anche noi qui a Serracapriola, costruito un grande palco in giardino,
abbiamo celebrato solennemente il lieto e tanto sospirato evento.
Circa 5000 persone hanno seguito con attenzione e devozione la solenne
Concelebrazione, presieduta dal Superiore locale, P. Antonio Belpiede, il
quale sta impegnando tutte le sue giovanili energie perché il neo
beato P. Pio, a Serracapriola, in questo convento dove iniziò i suoi
studi di S. Teologia, sia faro di luce e di amore.
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