La metamorfosi di Palazzo Arranga a cura di Antonio Daddabbo

"In arte, creare è facile - diceva il comico Totò, nel film «il copista» - ma copiare è difficilissimo, perché bisogna entrare nello spirito di chi ha creato l'originale". Indubbiamente nel restauro architettonico, il copiato del passato non è cosa semplice e, specie negli ultimi tempi, gli architetti, per aggirare il problema, si nascondono dietro varie e pretestuose teorie. Tra queste emerge il "cosiddetto" restauro conservativo, che, sul piano teorico, potrebbe essere ancora valido, ma, sul piano pratico, quasi sempre si rivela una medicina peggiore del male.
Il Territorio, che è sempre da considerarsi un essere vivente, si difende come può, spesso con un'autentica forma di rigetto e, a Serracapriola, esistono due esempi emblematici di "rigetto territoriale":
- la fontana, che dopo essere stata sostituita dalla statua di San Francesco, è ritornata al posto originario;
- l'orologio a pendolo di Palazzo Arranga, che dopo un breve intervallo di tempo, ha avuto la meglio sul suo rivale e moderno orologio elettronico.
Purtroppo, in entrambi i casi, la mano dell'uomo moderno ha preteso di lasciare la propria firma. La povera fontana si è ritrovata dipinta di blu e con un capriolo sullo stomaco. La torretta dell'orologio di Palazzo Arranga, appare ricostruita a naso, senza neppure tener conto delle fotografie storiche. Sulla base, di una recente teoria di restauro, probabilmente si è voluto differenziare la parte antica da quella moderna, ma tutto ciò è servito solo a sottolineare gli errori commessi. Per esempio, dando per scontato che la zona non intonacata corrisponda a quella non demolita (e che l'osservatore non ricordi l'orologio elettronico), come può essere rimasto in piedi un semi-arco in mattoni?

Volendo seguire la logica di Totò, dovremmo subito dire che il progettista di Palazzo Arranga non aveva previsto alcuna torretta con l'orologio: infatti, a parte l'altezza non emergente dell'edificio, già nelle immagini del secolo scorso essa appare sproporzionata ed esteticamente troppo pesante. Il povero Palazzo Arranga si ritrovò, agli inizi del 1900, con un orologio sulla testa a causa della demolizione della torre dell'orologio. Ma se, in quella epoca, la torretta con l'orologio poteva considerarsi un'opera di pubblica utilità, tanto da giustificarne sia la spesa sia l'alterazione di un progetto, di certo non lo è oggi, considerata la grande diffusione dell'orologio. D'altra parte, visto che la torretta era stata demolita e c'era la disponibilità di spesa, si poteva pensare ad una soluzione più prossima a quella originaria piuttosto che il ripristino della soluzione surrogato (aggiungendo falso a falso).

Analizzando, poi, l'intervento di restauro conservativo sulla torretta, occorre sottolineare l'umiltà di chi ha progettato la torretta originaria: il suo obiettivo è stato semplicemente quello di sistemare tre quadranti dell'orologio, trasparenti per essere retro illuminati di notte e sufficientemente grandi da poter essere letti da chi si trovava sul Borgo. Bisogna ammettere che ci era riuscito con la costruzione di un cubo (sulle cui facce era inscrivibile il cerchio del quadrante dell'orologio) ed una copertura, a falde inclinate, della misura strettamente necessaria.
L'uomo moderno, invece, ha trasformato il cubo in un prisma a base quadrata, inutilmente sviluppato in altezza. Le falde della copertura hanno, ora, una maggiore inclinazione, con la conseguenza di aumentare ulteriormente l'altezza della torre e lasciare, sui quattro fronti, delle superfici triangolari vuote e bisognose di un riempimento.
Superfluo sottolineare il quadrante opaco, con l'assurda eliminazione della possibilità di retro illuminazione (eventuali faretti posti all'esterno, altro non fanno che alterare ulteriormente l'idea originaria).

Nel 2007, Serracapriola ha ospitato un convegno internazionale (aperto a Roma, nella Sala Refettorio di Palazzo San Macuto - Camera dei Deputati), sul cui manifesto troneggiava l'orologio di Palazzo Arranga, mentre sull'invito veniva sottolineata la soluzione più semplice. La denuncia è stata recepita solo parzialmente: un piccolo, grande difetto dell'essere umano sta nella pretesa di poter scegliere solo un lato della medaglia (quello che piace!).

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