La Chiesa di S. Angelo faceva parte del Convento che la
comprendeva.
Il frate Angelo da Montesarchio nella sua Cronistoria della Provincia Riformata di S. Angelo (Tria) scrive che : «nello stesso dilettevole colle, sessanta passi lontano dalla suddetta Terra di Serra, feudo della nobilissima famiglia D'Avalos, fu dai P.P. Cisterciensi dell'antichlssimo Monastero di S. Maria di Ripalda edificato un Ospizio per comodo dei loro Religiosi, i quali vi dimorarono dall'anno 1436 fino al 1474, quando con Breve di Sisto IV fu dato ai P.P. Osservanti, e ne presero possesso i P. Cipriano da Troia e Samuele da Guglionesi. Fu dalla generosa pietà della Serenissima famiglia Conzaga dei Principi di Guastalla quasi di nuovo edificato, e nel 1503 interamente perfezionato e capace a potervi abitare i Religiosi..... Stabilita la riforma in questa Provincia, fu questo Convento dagli Osservanti ai P.P. Riformati ceduto, dai quali e stato ampliato ed abbellito in tal guisa che oggi è uno dei più belli e magnifici conventi. Nell'anno 1700 vi fu costituita l'infermeria, la quale con nobile semetria, con dormitori separati da quelli del Convento, e con buone officine osservasi situata, ed è addobbata di cospicui arredi e necessarie suppellettili per servigio dei frati infermi. E colle limosine di persone divote vi fu aperta una buona speziaria. Oltre i frati infermi, dimorarono in questo Convento circa 16 Religiosi, ma è capace. a potervi abitare più di 30. Contiene una mediocre Libreria, ma ricca di ottimi libri. E vi è un giardino assai spazioso e dilettevole, con un pozzo di buone e abbondanti acque. Soppressi i Riformati in settembre 1811 fu Caserma di Gendarmeria, e nel 1815 fu concessa a D. Maria Ruggiero, come risulta da documento che riporto dal Fraccacreta. «Sansevero, li 13 dicembre 1815. Il Sottointendente del Distretto di S. Severo al Sig. Sindaco di Serracapriola - Il Signor Intendente con suo ufficio del 12 and. mi partecipa che S. M. si è degnata di concedere il soppresso Convento dei Riformati di cotesto Comune alla Signora D. Maria Ruggiero a fine di ridurlo a casa di educazione, coll'obbligo di cedere a carico della medesima la spesa di riduzione e il mantenimento della contigua Chiesa. Ha ordinato che si adotti l'istituto dei così detti Collegi di Maria di Sicilia utilissimo per l'educazione delle fanciulle, le di cui regole si conservano al Ministero degli affari Ecclesiastici. Nel comunicarvi questa Sovrana risoluzione per vostra intelligenza e per norma ancora della suddetta Sig.ra Ruggiero cui passerete l'annessa, vi prevengo pure che S. E. il Ministro dell'Interno ne ha dato il corrispondente avviso agli EE. Sigg. Ministri delle Finanze, degli affari Ecclesiastici per le loro disposizioni all'assunto». In seguito, il 23 febbraio 1816, il Ricevitore della Registratura e dei Demanii del burò di Serracapriola (Giuseppe Marotta) dava il vero reale e corporale possesso del locale consistente in 33 superiori e 10 inferioti alla Sig.ra Ruggiero, e poi nel ptimo luglio stesso anno, il medesimo Matotta, in presenza dei testimotti Pietto Paolo Arranga e Ferdinando , de Leonardis dava anche il possesso della Chiesa e Giardino facendo ordine al fittuario di questo, Vincenzo Pergola, di pagare alla Ruggiero gli afftti annuali in tempo del maturo. Il Convento prosperò per alcun poco, e sotto il Vescovo Raffaele Lupoli le monache presero il titolo di Liguorine: poi nacquero discordie sicchè la fondattice Maria Ruggiero abbandonò tutto, recandosi a fondare altri due Monasteri In Orsara ed Ascoli Satriano. La Ruggieto vedova del giudice D. Diego Pergola, era, può dirsi, affetta da mania religiosa, e sperperò tutto il suo in simili opere, dopo aver fondato (1811) un Convitto nella casa paterna abitata dallo scrivente alla via Covatta, ora Cairoli. Morì sotto il nome di Suora Caterina di Gesù in Ascoli nella cui Cattedrale è sepolta: un cappuccino, poco tempo fa, mi diceva che era morta in odore di santità e che aveva tutti i requisiti per essere canonizzata, anzi mi proponeva come lontano nipote, di farne addirittuta il processo !... Il Monastero resse fino al 1862, quando ne fu ordinata la soppressione e la chiusura: abbandonato per parecchio tempo fu poi acquistato dalla famiglia Maurea di Chieuti ed ora è posseduto da una discendente di essa, Sig.ra Virginia maritata De Nardellis. Nella sacrestia della Chiesa si conserva tuttora il corpo imbalsamato del Beato Tommaso d'Avalos d' Aragona, Priore di S. Domenico Maggiore in Napoli e Professore di Teologia in quella università, morto qui dove erasi recato per cambiamento di aria, a trent'anni nel 1642, quando da un anno era Vescovo di Lucera. Dapprima il sarcofago era riposto sul coro, a sinistra dell'organo, poi fu messo là dove è tuttora. Parecchie volte, quando ero bambino, io ed altri ragazzi ci arrampicavamo per vedete il cadavere abbastanza ben conservato e tutto rivestito dei paludamenti sacri: esso poi formava il nostro tormento di notte quando, paurosi, ci pareva vederlo vicino al letto. Non vi sono quadti notevoli; vi e però una statua della Concezione, cui gli abitatori di questa terra sono molto attaccati. Nel 1889 si era sparsa la voce che doveva essete trasportata, per ordine del Governo e a causa del suo pregio artistico che davvero non esiste, in qualehe Museo e vi fu una mezza ribellione. Anche allora le campane suonarono a stormo per diversi giorni e diverse notti, ed uomini e donne montarono la guatdia armati di tutto punto. Si gridò al miracolo anche e il popolo fanatizzato vide lacrime scorrere dagli occhi della Vergine. Poteva capitate qualche cosa di brutto ad un Signore di Casalbotdino che insieme con altri volle recarsi a vedere lo spettacolo nella Chiesa, e fu invece preso per il Ricevitore del Registro che si diceva venuto ad impossessarsi della statua: lo volevano per lo meno linciare, ed occorse del bello e del buono a persuadere quegli energumeni dell'equivoco in cui erano caduti. Nella Chiesa di S. Angelo, mi informano i Reverendi Iammarino e Presutti, sulla parete dove vi è la nicchia della Vergine, trovasi un antico medaglione con la immagine del Dottor sottile, Giovanni Duns Scoto, che fu strenuo propugnatore dell'immacolato concepimento parecchi secoli prima della deflnizione dommatica. Qualche anno fa venne qui da Roma un archeologo per osservare il medaglione e trarre un nuovo argomento per il processo di santificazione del Dottore, processo che si è compiuto recentemente. In S. Angelo si radunava il popolo a pubblico parlamento per procedere a quanto era necessario, e nella medesima Chiesa era la statua di S. Berardino, che anticamente era il protettore principale di questo paese, onore che dopo fu dato a S. Mercurio. Per la festa di S. Berardino e la fiera che s'intitolava al medesimo e si celebrava nel mese di maggio, il Municipio del tempo spendeva ducati quaranta all'anno, come si rileva da note consacrate appunto nei conti 1738, 1739 e seguenti. Solo più tardi S. Berardino passò in sott'ordine a totale beneficio di S. Fortunato, che ha preso il sopravvento anche su S. Mercurio (!!). |