Dall'8 al 16 agosto 2010 la prima ostensione del corpo di San Fortunato Christi Martyris, Compatrono di Serracapriola

In un'estate rovente, come quella da poco trascorsa, Serracapriola ha vissuto certamente giorni di fuoco unici ed indimenticabili per la sua storia. Mi riferisco a San Fortunato, il santo più amato della nostra città, serrano di adozione, che a Ser- racapriola ha un altare e un popolo che gli è fedele e che, mi auguro, gli rimanga sempre fedele nel futuro.
In prossimità delle celebrazioni del 3° centenario della proclamazione a Compatrono del nostro paese, constatando lo stato precario del corpo custodito fin dal 1866 (data della seconda ricognizione) in un'artistica e preziosa urna, dono dell'Arciprete di Santa Maria in Silvis mons. Arranga, fin dal 2002 ho fatto istanza al vescovo di San Severo (all'epoca, Mons. Michele Seccia) per poter procedere alla terza ricognizione canonica, che finalmente con il rescritto della Congregazione Pontificia dei Santi, abbiamo potuto avviare il 4 luglio scorso.
Al termine della prima fase della ricognizione, i periti medici incaricati della Medicina Legale di Foggia hanno proceduto alla catalogazione e ricomposizione delle ossa di San Fortunato.
All'apertura dell'urna abbiamo constatato con stupore che le ossa del corpo sono quasi al completo e ben conservate: manca solo qualche falange delle mani e dei piedi, le parti più soggette all'usura del tempo. Da qualche notizia trapelata dallo studio dei medici, si direbbero appartenenti ad un giovane tra i 15/20 anni, dai lineamenti molto delicati. L'emozione è stata tanta dinanzi a quelle sante ossa ricomposte.
Perché non poterle mostrare a tutto il popolo serrano tanto devoto, mi sono chiesto? Ecco, allora, l'iniziativa unica e inattesa della ostensione nella chiesetta di Sant'Anna.
Un avvenimento davvero unico. Ogni sera, dalle ore 20,30 alle ore 23,30 (a volte anche fino a mezzanotte) le porte della chiesa di Sant'Anna, luogo della ricognizione canonica, sono state aperte per chi voleva far visita ai resti del nostro compatrono. C'è stata una processione continua di devoti. A volte è stato necessario far entrare a gruppi: tanti i fedeli, che hanno voluto omaggiare San Fortunato e vedere da vicino le sue ossa ricomposte. Un silenzio profondo e meditativo ha caratterizzato la visita di tutti, accompagnata dalla diffusione delle note musicali dell'inno a San Fortunato.
In una teca di vetro, ricomposte le spoglie mortali del santo Compatrono. Ai lati della teca due cartelli: uno con la preghiera composta per l'occasione, l'altro con un messaggio di papa Benedetto ai giovani accorsi per la XX giornata mondiale della gioventù a Colonia presso le reliquie dei Santi Magi. La teca, avvolta dai nastri con i sigilli del Delegato Vescovile, adornata di palme dorate e con ai lati quattro candelieri con candele accese, poggiava su un lungo tavolo al centro della chiesa coperto da velluti rossi e contornato da candelabri che reggevano un cordone rosso-oro di protezione. All'estremità opposta del tavolo era situata una seconda teca sempre in vetro che conteneva quanto (frammenti ossei - cuscino - nastri - cotone - velluto - fiori - corona...) era nell'uma assieme ai pezzi di lenzuola adoperati dai medici per avvolgere le sacre ossa. Ai piedi del presbiterio, sotto una teca di vetro molto più piccola, la stupenda e preziosa corona d'oro adornata di zirconi opera del laboratorio orafo di Daniela Di Cecco di Polena (Chieti) realizzata con i donativi d'oro dei fedeli per l'occasione, del peso di circa 350 grammi che sarà con onore e devozione deposta sul capo di San Fortunato. Sulla mensa dell'altare l'urna vuota del santo. Sulle colonne della chiesa sono stati affissi dei pannelli con l'ingrandimento delle foto che documentavano i momenti della prima fase della ricognizione canonica: il trasporto dell'urna da Santa Maria a Sant'Anna, il giuramento dei membri del Tribunale Ecclesiastico e degli incaricati laici, il momento di preghiera e l'apertura dell'urna con la rottura dei sigilli dei vescovi e il prelievo delle ossa del santo. Il visitatore all'uscita della chiesa poteva lasciare un proprio autografo a memoria nel libro dei visitatori (si è calcolato ogni sera circa duecento visitatori) e, se desiderava, un proprio obolo per far fronte ai notevoli costi, soprattutto medici, della ricognizione.
Grati al nostro santo Compatrono per questo evento di grazia e a quanti, membri del Tribunale Ecclesiastico e periti medici, hanno lavorato nella prima fase della ricognizione. Grati ai membri dei portatori e del comitato feste che hanno curato fedelmente e responsabilmente il servizio d'ordine e l'accoglienza dei pellegrini. Grati a tutti i devoti di San Fortunato perché la ricognizione possa essere portata al termine felicemente e le celebrazioni dell'Anno Centenario ormai vicine (3 ottobre 2010 - 2 ottobre 2011) possano introdurci nella festa di tutta un città per il suo amato Compatrono, Fortunato Martire di Cristo.

Il parroco, don Renato Orlando