Pasquale Iesu (classe 1937), figlio di Giovanni ed Ida Partenope. Nelle sue vene più che amore ha la passione per cinema e teatro ai quali ha consacrato la maggior parte del suo tempo libero e delle sue cure. In anni giovanili ha calcato il palcoscenico teatrale serrano ricoprendo ruoli in "Ho ucciso mio figlio " e "Passione e morte di Gesù Cristo", due drammi messi in scena dalla Filodrammatica francescana di Serracapriola, diretta dal regista Mario Bramante.
A vent'anni, nel 1957, la passione per la cinematografia ispirò Pasquale lesu ad avere una cinepresa 8 mm. Nuova di zecca, la fece sua a cinquantacinquemila lire. Una cifra "salata" per i crucci finanziari di un giovane che, dopo l'apprendistato artigianale, stava affacciandosi, in prima persona, alla ribalta lavorativa della realtà paesana. Con puntualità Iesu riuscì ad onorare ogni impegno di quel suo acquisto fatto a rate mensili, ossigenando le finanze con i proventi più diversi che riusciva a raggranellare praticando "cènt'arte, fóre mestière", o anche "ècenianne" negli oliveti tardo autunnali, spogli di frutti e di padroni.
La macchina da presa, novità per Serracapriola, entrò subito nella galassia febbrile che è la celluloide. Accese una love story con il paese e ne catturò facce, scenari e situazioni trasformati in agili documentari che oggi, pur con la patina del tempo, sono una finestra ariosa e luminosa di quel piccolo mondo già lontano. Su pellicola 8 mm Ferrania P28, lesu filmò la prima ricorrenza centenaria di san Fortunato martire (Maggio 1960) impreziosita dal corteo "storico" brulicante di folla, tonache e divise. Il filmato, dietro suggerimento del parroco di Santa Maria in Sylvis, Adamo d'Adamo, varcò l'Atlantico e nutrì d'immagini la nostalgia cocente di una cospicua fetta di serrani d'America. Più e più volte, negli intervalli della proiezione cinematografica quotidiana, quel documentario godette anche dei grande schermo dei "Palazzo" ove lo stesso autore aveva trovato impiego serale come operatore cinematografico (1957-1962). Con Giovanni Tartaglia, gemello nella passione cinematografica, Iesu raccontò il lavoro e l'arte nobile dei vasai serrani in un cortometraggio premiato, con medaglia, nella sezione "passo ridotto" della Biennale di Venezia (1962). Nel tempo la produzione di Iesu si arricchì di altri titoli: Il Vampiro, Tarzan contro i pigmei, Il Vangelo secondo Giovanni. In anni meno datati, coinvolgendo nella collaborazione il fotografo Renato Ciarallo, Iesu ha firmato altre produzioni, fra cui: U' mónne jè nà róte; Il patto; Latte, bróde e rosce d'óve; I dile compari; Nunziatina (ispirata all'omonimo successo di Nicola D'Alessio); U' 'mbuzècule; Ze Pèsquéline. Una "summa" di tipicità serrane - della Serra che fu - riportate a nuova vita, vestite di morbida ironia e vis-comica composta, non ingrata. 1 filmati, in larga misura, sono realizzazioni dell'estate, quando con la moglie Anna ed i figli Giovanni e Sergio, da Milano - ove vive da decenni - Iesu "scende" a Serracapriola per rifocillarsi di svago e "serranità" e dire ai suoi attori di strada: "Ciak, si gira!"
Renato Ciarallo, poliedrico collaboratore di Iesu, qui con Chicco Salimbeni e Mario Adorf sul set del film "Abissinia" fìrmato dal regista Francesco Martinotti. Nel cast del film, girato in parte alla marina di Serracapriola nell'anno 1992, anche Milena Vukotic, Grazyna Szapolowska e Luca Zingaretti, protagonista deIla fortunata serie televisiva "Il commissario Montalbano".