I PROGRAMMI DEL 1923

La scuola pubblica impartita dallo Stato nel primo sessantennio della sua unità ebbe come finalità la formazione del cittadino con i suoi diritti e doveri, rispettoso della famiglia, della società, dello Stato. La grande riforma di Giovanni Gentile, motivata dal liberalismo laico e lungamente elaborata, scaturì dalle critiche alla legge Casati. Essa non fu una creatura del fascismo ma fu snaturata dai propositi totalitari del regime che intendeva l'educazione come formazione del cittadino al servizio dello Stato e non come formazione della persona umana.
Quando i partiti socialista e cattolico cominciavano a dominare nel Parlamento Italiano e la dirigenza del partito liberale stava passando nelle mani della più tempestiva e audace minoranza fascista Vittorio Emanuele III il 28-10-1922 chiamava al governo Benito Mussolini. L'esigenza di riformare la scuola ispirò il filosofo Giovanni Gentile, ministro della Pubblica Istruzione, ad affidare la Direzione dell'Istruzione elementare all'insigne pedagogista Giuseppe Lombardo Radice. Da loro scaturì la più grande riforma pedagogica, legge 3-11-1923, al di sopra di ogni politica del momento (soltanto successivamente compressa dal regime fascista) destinata ad ispirare per oltre settant'anni la scuola italiana. La filosofia idealista, opposta al positivismo e al materialismo, era alla base dei nuovi programmi. Il Concordato con la Santa Sede fece ripristinare l'insegnamento religioso. L'Art. 27 del T.U. stabiliva che "a fondamento e coronamento dell'istruzione elementare in ogni suo grado è posto l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta nella tradizione cattolica ". Si diede spazio ai giochi e alle attività artistiche (canto, disegno, calligrafia, recitazione) in un rapporto spirituale-intuitivo maestro-alunno. Maestro spinto alla creatività e non pedante ripetitore. Fu privilegiata l'istruzione letteraria e umanistica a quella tecnica e scientifica. Ma si negava il valore della psicologia, essenziale per la conoscenza dello scolaro e per determinare di conseguenza la didattica da applicare per l'apprendimento. Col criterio di combattere ogni empirismo e di mettere la cultura alla base di tutta l'opera educativa, introducendo lo studio del latino, la Scuola Normale, riformata, diventò Istituto Magistrale della durata di sette anni che formò ottimi maestri per quei tempi. Come nel passato, lo stesso Gentile idealizzò la figura del maestro: " Quella del maestro non è una professione, non un mestiere, ma una missione." L'istruzione diventò obbligatoria e gratuita fino al 14° anno di età. Per la prima volta la riforma Gentile dette un ordinamento e dei programmi alla Scuola Materna (per bambini dai quattro ai sei anni), preparatoria alle elementari, sempre a carattere ricreativo, quando ancora non si dava importanza educativa a questo tipo di scuola, fondamentale per la formazione di base del bambino.
A Serracapriola un Asilo Infantile sorse nel 1885, ma durò poco tempo per mancanza di fondi. L'asilo privato cominciò ad organizzarsi quando nel 1926 Giovina Corroppoli, per onorare la memoria del padre, il farmacista Vincenzo, e della sorella Chiarina, volle fondare un Pio Istituto. Il 12 maggio dello stesso anno con atto stipulato dal notaio Matteo Falcone donò il proprio palazzo, compreso tra lo stradone Cav. De Luca ed il vico Ugo Bassi, alla diocesi. Si costituì così il Pio Istituto Sorelle Corroppoli diretto dalle suore dello Spirito Santo a cui subito dopo subentrarono le suore francescane. Con decreto del re Vittorio Emanuele III il 18 luglio 1930 decollò l'attività di questo Ente Morale che accolse: la scuola materna, le orfanelle più bisognose, le scuole di cucito, ricamo, ed altri lavori femminili. Il 23 giugno 1943 le stesse suore francescane del Corroppoli aprirono un altro educandato in via Castello dei Frentani, nella casa donata da don Francesco Falcone all'istituto. Dalla chiusura del Corroppoli a tutt'oggi la Casa del SS. Nome di Gesù continua la sua opera benefica di formazione cristiana attraverso la scuola materna.
La riforma del 1923 riportò la Scuola Elementare a cinque anni (dai sei ai nove anni per il corso inferiore:1ª-2ª-3ª; e dai dieci agli undici anni per il corso superiore: 4ª-5ª)
e istituì la Scuola Post-Elementare (dagli undici ai quattordici anni: 6ª-7ª-8ª).
A Serracapriola negli anni '20, quando già nel 1914 (sindaco Fortunato Cardascia) un edificio scolastico in fondo al Borgo Oriente era in costruzione, i maestri continuavano ad insegnare in case private, affittate dal Comune. Nell'anno scolastico 1923-24 insegnavano: le maestre, Aurora Procaccini (1899-1996) nella classe 2ª femminile di 68 alunne di cui 34 ripetenti, in via Zuppetta; Clelia Gramignacci (1888-1953) nella 3ª f., in via Giannone; Marianna Rizzi (1882-1969), con stipendio di £ 1340, nella 2ª classe maschile di alunni 60, in via Imbriani; Concetta Castriota nella classe 1ª di 42 alunne di cui 21 ripetenti; i maestri, Ernesto D'Adamo nella classe 2ª maschile di 44 alunni (promossi 26) in via S.Maria del Monte; Primiano Orlando (1896-1959) di Giacomo e di Gelsomina Mele nella 3ª classe mista di 27 alunni; Daniele Rogato (1866-1960) nella classe 6ª mista in via Regina Elena. Nello stesso anno il figlio di quest'ultimo, Luigi, futuro ispettore scolastico, insegnava in via Stradone De Luca nella 1ª classe maschile di 53 alunni, di cui 29 ripetenti.
Luigi Rogato (1901-1993) di Daniele e di Assunta Calvo iniziò ad insegnare all'età di 16 anni a Lesina. Nel 1932 vinse il concorso da Direttore Didattico nella provincia di Foggia e diresse per alcuni anni anche le scuole di Serracapriola. Nel 1937 si trasferì a Manfredonia dove nel 1939 ricoprì la carica di Podestà e di Segretario del Fascio, nel 1940-42 quella di Commissario prefettizio e nel 1958-60 fu Consigliere D.C. nel Consiglio comunale della città. Nominato Ispettore Scolastico nel 1962, assolse tale compito a Lecce, Barletta e Foggia dove concluse la sua carriera di educatore e dirigente scolastico dalle indiscusse virtù di onestà e capacità professionale.
Dopo l'accusa di intellettualismo alla riforma Gentile, cominciò il processo di fascistizzazione della scuola. La legge n.5 del 7-1-1929 istituì il libro di Stato. Tra il 1929 e il 1932 con dei successivi provvedimenti le classi post-elementari e le scuole complementari vennero assorbite dalla scuola di Avviamento Professionale (Legge 22-4-1932): l'istruzione post-elementare di tre anni fino al 14° anno di età per la preparazione ai vari mestieri poteva essere a tipo agrario, industriale, commerciale.
Gli edifici scolastici della Scuola Elementare di Serracapriola, completati negli anni '30, podestà Vincenzo Castelnuovo, come edifici di "SCUOLE ELEMENTARI MASCHILI" nel Borgo Oriente e di "SCUOLE ELEMENTARI FEMMINILI" nel Borgo Occidente videro i programmi del 1923 modificati con l'introduzione della cultura fascista, nuova materia di studio e dal 1° giugno 1942 i maestri impiegati di Stato del gruppo B grazie alla legge di Giuseppe Bottai insediato al dicastero della Educazione Nazionale nel 1936. La Carta della Scuola (disegno di riforma complessivo della scuola italiana) cambiava l'intero sistema scolastico al moderno umanesimo fascista. I Provveditori agli studi nominavano i maestri in base ad un unico concorso generale per titoli ed esami indetto dal Ministero. Prima i concorsi erano provinciali solo per titoli, poi regionali per titoli ed esami.
Nell'anno scolastico 1935-36, quando le nostre scuole dipendevano dal circolo didattico di Apricena ed era direttore didattico Nicola Pitta insegnavano fra gli altri maestri: Maria Martelli (1879-1941) nella classe 4ª femminile di 45 alunne; Carmelita Gentile (1901-1990) di Giuseppe e di Ermenegilda Ramiggieri nella 2ª classe femminile di 56 alunne.
I maestri, convogliati nell'Associazione Nazionale Insegnanti Scuola Primaria (ANIF), vennero formati comandanti-maestri, ufficiali dell'Opera Nazionale Balilla. L'importanza che si dava all'educazione fisica con i saggi ginnici e alla disciplina scaturiva dall'esaltazione della virilità che rendeva più flessibile il mezzo punitivo: la rigida mazza venne sostituita col nerbo di bue, nèrve du vove, per formare con il libro e il moschetto il fascista perfetto.
A tal proposito si disapprovava la superiorità numerica delle maestre rispetto ai maestri, ma nonostante gli sforzi del regime, nell'anno 1930-31 le candidate agli esami di diploma magistrale erano superiori ai candidati (3377 femmine e 1931 maschi) con una percentuale agli esami del 70% di neo diplomate contro il 51% di neo diplomati. Dall'unità d'Italia soltanto nel 1863-64 il numero dei maestri (18.443) superava quello delle maestre (15.820).
In paese alla fine degli anni '30, quando era podestà Ennio Falcone (figlio del 1° podestà di Serra, Matteo Falcone), segretario del Fascio Diego Ricci, subentrato ad Antonio Gatta promosso vice-federale a Foggia, e capitano della milizia Gabriele Casalino, funzionava nell'edificio scolastico maschile la scuola di Avviamento Professionale a tipo agrario diretta dal maestro, comandante della GIL (Gioventù Italiana del Littorio), Primiano Orlando. Vi insegnavano: Vincenzo Galelli agraria, Giuseppe Giuliani le materie scientifiche e il sacerdote don Peppe Presutto le materie letterarie. Il campo sperimentale di detta scuola, coltivato a patate, si trovava dietro il consorzio agrario.
Con la sesta dichiarazione della Carta della Scuola, che diceva "Studio, esercizio fisico e lavoro forniscono alla scuola i mezzi per saggiare le attitudini dell'alunno" era ormai superata la concezione idealistica della vita e l'educando veniva considerato nella sua realtà concreta. Era necessario, come avviene in ogni dittatura, scoprire le attitudini individuali degli alunni, non per promuovere lo sviluppo della loro personalità ma per preparare uomini utili allo Stato.
Lo scoppio della guerra rallentò l'evolversi della riforma della scuola. Con l'entrata in guerra dell'Italia del 10 giugno 1940 a Serracapriola l'ultimo podestà a ricoprire questa carica era Corrado De Luca, succeduto a Falcone il 1°giugno 1940. Richiamato alle armi, dovette rinunciare alla carica. Per sostituirlo fu chiamato in qualità di Commissario prefettizio Michele Filippi che prese i pieni poteri il 22 gennaio 1942. Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 i profughi civili e gli sbandati militari, bisognosi di assistenza, trovarono rifugio nei locali dell'edificio scolastico, attrezzati per l'occasione.
Il 15 agosto 1945 con la fine della seconda guerra mondiale anche la scuola voltò pagina.