Il giorno del Corpus Domini nelle strade dei vari rioni del paese si usava preparare gli altarini, vutère. Le donne del vicinato cooperavano all'allestimento di queste piccole chiese all' aperto, con le più belle coperte e i più raffinati ricami della dote, con le statuine dei santi e l'immagine del Cuore di Gesù che doveva troneggiare al di sopra di tutto. All'uscita della processione il sacerdote con il SS. Sacramento si fermava, per pregare, davanti ad ogni altarino.
Questa tradizione, di pura religiosità popolare, che coinvolgeva tutto il popolo nella più grande festa della cristianità. è scomparsa.

Un gradito ritorno

(dal n.4 anno VII de "La Portella") Antonio Guidone

 Da una lodevole idea dell'attivo Circolo Culturale Ricreativo Femminile di Serracapriola, quest'anno in occasione della festa del Corpus Domini, nel nostro paese sono tornati "I Vutère" Dinanzi a questi piccoli altarini, addobbati oggi come ieri con grande devozione e dovizia di particolari, ha sostato in preghiera la folta processione di fedeli che hanno accompagnato per le vie del paese il Corpo di nostro Signore, Gesù Cristo, portato da don Renato Orlando.

LA FESTA DEL CORPUS DOMINI del 2002

Giuseppe Gentile

Quest’anno a Serracapriola alla festa del Corpus Domini hanno partecipato: il vescovo Michele Seccia, i parroci don Renato Orlando e don Francesco De Vita, i frati, le suore, la comunità parrocchiale, le autorità civili e le associazioni.
  Dopo la concelebrazione della S. Messa nella chiesa di S.Maria in Silvis il SS. Sacramento è stato portato in processione lungo il corso Garibaldi. Non si sono visti, come nel Corpus Domini del 2000 e del 2001, "i vutère". Questa tradizione, forse, non è più sentita dai serrani?

   Una comunità stretta intorno al SS. Sacramento.
  Nella vicina Lesina, invece, dove alcune tradizioni sono restate intatte da secoli, la festa del Corpus Domini, voluta da anziani e giovani, è stata solennizzata con gli altarini (chiamati nel dialetto lesinese cchjesiole), 8 in tutto, addobbati all’aperto nei rioni del paese e incorniciati da una miriade di coperte colorate ricamate a mano. Una festa di colori, di profumi, di canti, ma soprattutto di preghiere.
  Il parroco don Matteo De Meo portava in processione sotto il baldacchino il SS. Sacramento, accompagnato dalla confraternita di S.Primiano, dagli scaut e dalla comunità parrocchiale, composta ed orante. Sostava in preghiera davanti ad ogni altarino e benediceva. Il momento toccante della celebrazione era quando nel rione la suora indicava al parroco la casa di un ammalato. Questi, al cospetto di Gesù sacramentato, commosso, riceveva la benedizione. Al rientro della processione in chiesa a chi lo chiedeva veniva dato un santino della "Coroncina alla Divina Misericordia".
  Fino a notte fonda intorno ad ogni altarino, composti sulle vecchie sedie di paglia, i lesinesi dei vari rioni si sono raccolti per recitare il Santo Rosario e le litanie. Solo dopo aver piegate le proprie coperte, che serviranno il prossimo anno per lo stesso motivo, sono tornati a casa.