Dal 19 al 26 ottobre 2002, il vescovo della diocesi di San Severo è stato in visita pastorale nel nostro paese. Duramente criticato ed attaccato dai promotori e dai sostenitori del NO durante la campagna elettorale per il referendum sul centro di prima accoglienza per aver invitato i cristiani a non andare a votare, monsignor Michele Seccia, ha avuto numerosi incontri e qualche "scontro" con le diverse realtà ecclesiali, sociali ed associative di Serracapriola.
   Una visita pastorale, dunque, non all'insegna del "vogliamoci bene" o del "va tutto bene", ma che ha evidenziato problemi e questioni (non solo legati al centro di accoglienza) dal carattere religioso e non solo religioso che interessano molto da vicino la nostra collettività.
   Al termine della visita pastorale, il parroco don Renato Orlando ha ringraziato il vescovo per la sua presenza presentando al responsabile della Diocesi alcune richieste. Dal canto suo, monsignor Michele Seccia, nei giorni seguenti ha fatto pervenire delle sue impressioni e riflessioni sulla chiesa e sulla comunità serrana, maturate nel corso della sua visita.

I RINGRAZIAMENTI DI DON RENATO

Eccellenza Reverendissima, a nome di tutta la comunità serrana, di quanti ha incontrato in questa settimana, autorità civili, forze politiche ed economiche, le diverse realtà ecclesiali, i gruppi, le associazioni, gli operatori pastorali e soprattutto le famiglie, i piccoli, i ragazzi e i giovani, un GR4ZIE DI CUORE.
   Con tutta franchezza, devo testimoniare che nonostante le perplessità per la situazione particolare in cui la nostra comunità si è venuta a trovare e nelle quali tuttora vive, Lei ha avuto il coraggio e l'amore del "Buon Pastore" per essere vicino alle sue "pecorelle" per incontrare e ascoltare con pazienza, per confermare ed incoraggiare, per illuminare e guidare ciascuno e tutti. Questo, ne sono certo, le ha dato modo di conoscere personalmente e più profondamente la realtà di Serracapriola e di toccare con mano le varie problematiche e urgenze umane-sociali ed ecclesiali.
   In modo particolare, devo personalmente ringraziarla, perché ho sentito la sua presenza e il suo sostegno al mio fianco quale parroco di questa comunità, apprezzandola soprattutto come sacerdote con la sua preghiera condivisa, in particolare con la recita del Santo Rosario per la pace in Convento e l'adorazione eucaristica per le vocazioni sacerdotali-religiose presso la Cappella delle nostre Suore e con la comunicazione di pezzi della sua vita fatta ai giovani, ai ragazzi e alle famiglie visitate. Mi auguro, eccellenza, che tutto questo continui attraverso il dialogo sempre aperto e franco senza interferenze, perché possa essere difesa la verità e testimoniata la perfetta comunione della chiesa impegnata nell'annuncio dell'Evangelo a questa Comunità locale. A nome di tutta la Comunità pertanto sento di chiederle che venga incrementato e portato avanti il progetto pastorale dell'unità ecclesiale inaugurato tre anni fa: pur nel rispetto e nella valorizzazione delle diverse realtà esistenti sul territorio in quanto costituiscono una vera ricchezza. La comunità parrocchiale, sotto la presidenza nella carità e nell'unità di un solo parroco, sia il centro convergente e il fulcro propulsore della vita ecclesiale.
   Tenendo presente l'urgenza della realtà educante dei ragazzi e dei giovani, inoltre, sarebbe opportuno che al parroco di una certa esperienza e maturità sacerdotale fosse affiancato una presenza giovanile per organizzare ed incentivare la pastorale giovanile con la creazione di un oratorio "non per ghettizzare i giovani" ma come crocevia di tutte le realtà ecclesiali e cittadine, luogo di incontro e scuola di convivenza delle diverse generazioni per il contributo al cambio di una mentalità atavica che costituisce la principale causa delle remore ambientali.
   La comunità serrana, infine, ha bisogno anche a livello di strutture e di mezzi pastorali, di qualche segno di riscatto e di speranza. Mi permetto di chiederle, da parte della comunità diocesana, una particolare attenzione per Serracapriola. Immediatamente: un aiuto, come Lei ha già promesso, perché l'aula della chiesa della SS. Trinità, centrale alla vita sociale del paese, possa essere resa idonea per la vita liturgica e pastorale; un incentivo per contribuire a far sorgere "un oratorio " e portare avanti il programma di recupero e conservazione delle chiese parrocchiali e delle loro opere storico-culturali con finanziamenti mirati. La sua visita, eccellenza, produca effetti soprattutto per la serenità e la speranza, la riconciliazione e la pace dei cuori, delle famiglie e della convivenza sociale ed ecclesiale con un impegno e una responsabilità missionaria sia di ciascuno che di parrocchia sul territorio.

don Renato Orlando

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO

  - Al Rev.do Parroco Don Renato Orlando.
- Al Rev.do Guardiano Fr. Antonio Belpiede e Comunità Frati Cappuccini.
- Alle Francescane Missionarie di G.B.
- A Tutti i Fratelli e le Sorelle della Comunità Ecclesiale di SERRACAPRIOLA.
li 27-10-2002

Carissimi nel Signore,
    Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo (1Cor. 1_): con queste parole dell’ Apostolo vi saluto ed esprimo la mia gratitudine al termine della Visita Pastorale. Per una settimana sono stato tra voi per incontrarvi, conoscervi meglio, condividere le vostre preoccupazioni e, soprattutto, per annunciarvi il Vangelo e ricordarvi che Dio "visita il suo popolo".
    È stata una settimana molto intensa, ricca di eventi di grazia e di preoccupazione pastorale; di incontri fraterni e di confronti sereni; di ascolto delle tante necessità ed esigenze e di proposte pratiche…
    Abbiamo celebrato insieme la nostra fede nei sacramenti, nell’ascolto della Parola, nella preghiera fiduciosa ed adorante.
    Ora, mentre tornano alla mia memoria le vostre parole e la mia preghiera di Padre, Fratello e Pastore, è animata dai vostri volti, desidero offrirvi alcune considerazioni sulla visita, accompagnate da indicazioni pastorali necessarie al cammino e alla crescita della comunità ecclesiale.
    Ho ringraziato il Signore per tutta quella serie di circostanze, indipendenti dalla mia volontà, che mi hanno portato a Serracapriola proprio in questi giorni di particolare disagio e disorientamento, percepiti con evidenza e sofferenza da parte di tutti. Infatti ho potuto rendermi conto, di persona e non per sentito dire, di quanto sia difficile proporre e testimoniare valori fondamentali della persona umana, quando il confronto tra opinioni diverse non aiuta a cercare la verità ma è inficiato da visioni riduttive e scade nell’attacco personale gratuito. È urgente, nonché indispensabile, recuperare il dialogo per evitare una maggiore e dannosa lacerazione delle relazioni sociali e interpersonali. Un dialogo che prescinda da posizioni di forza e da condizionamenti minacciosi, nel rispetto della verità e con una buona dose di umiltà. Come ho detto in "Santa Maria in silvis", sabato sera, "parliamo di meno, preghiamo e recuperiamo il senso della stima verso l’altro".
    Ho sentito più volte ripetere, con un senso di sconforto:- Ma i serrani sono così, non riescono a lavorare, a progredire insieme, perché sono pettegoli e invidiosi gli uni degli altri! No, cari miei. Non lasciatevi condizionare da luoghi comuni. Reagite con dignità e fermezza, non accettando e non adeguandovi ad uno stile di vita che divide e non unisce. Cercate il bene gli uni degli altri e adoperatevi per fare crescere nella concordia e nella verità il vostro Paese.
    Mi auguro che la Visita Pastorale sia stata per tutti, anche per coloro che l’ hanno ignorata, una presenza concreta della Chiesa, del Vescovo che vi è accanto con affetto, con fiducia e nella speranza di vedere cambiata la tendenza al disimpegno o al ricercare altrove nuove possibilità di affermazione e di sviluppo.
           LA REALTÀ   ECCLESIALE   DI SERRACAPRIOLA
    La presenza di diversi edifici di culto (due Chiese grandi, già sedi parrocchiali, il Convento, tre Chiese rettoriali, la Cappella delle Suore, il Cimitero..) su un territorio ampio ma dove abitano meno di 4000 persone, pone molti problemi sia di natura strutturale (la manutenzione, la conservazione delle opere d’arte, …) sia di natura ecclesiale: la difficoltà a fare maturare la coscienza di appartenere ad una sola Chiesa, quella voluta da Gesù come comunità credente e missionaria; le distanze non sempre tali da permettere la facile convergenza per la catechesi; la preoccupazione di conservare tutte le tradizioni, anche quelle cadute in disuso nella vita liturgica; la difficile distribuzione delle forze e la scarsa collaborazione laicale per il culto, da un lato, e la evangelizzazione, dall’altra…Se a questi e ad altri motivi si aggiunge la necessità di assicurare una adeguata assistenza spirituale e guida alle realtà associative che rispondono a particolari carismi (OFS, ACI, GI.FRA., SCAUT, Gruppi di preghiera, ecc.), è facile comprendere la necessità di individuare una linea di azione pastorale in grado di rispondere ai bisogni odierni e in sintonia con le disposizioni della Chiesa.
           L’ UNITÀ PASTORALE
    Ne ho cominciato a parlare quando i Frati Cappuccini, per ritornare al loro ministero di evangelizzatori, chiesero di porre fine alla parrocchia, in senso giuridico canonico, e trasformare la Chiesa e il Convento in luogo di spiritualità e di formazione francescana.
    Abbiamo fatto i primi passi per attuarla quando don Francesco e don Renato si sono alternati, entrambi Parroci, a guida della Comunità ecclesiale serrana, considerata come unica realtà! Questa è l’ "unità pastorale territoriale": tutto il Comune di Serracapriola è considerato come una sola Comunità parrocchiale, anche se vi sono diversi luoghi di culto e di formazione.
    L’ unità, da un punto di vista canonico, è data dalla presenza di un Parroco Moderatore e dalla esistenza di un unico Archivio parrocchiale, che si chiamerà "Archivio di S. Mercurio e S. Maria in silvis" dove saranno annotate tutte le celebrazioni dei sacramenti che avranno luogo nelle Chiese di Serracapriola.
    Ma questo è solo l’aspetto formale, necessario per conservare un ordine e una memoria storica. Certamente ci sarà bisogno di ulteriori disposizioni pratiche. Ora è importante capire il significato pastorale di quanto detto.
    La Chiesa, scrive il Papa e insistono i Vescovi italiani pensando alle parrocchie è e deve essere "casa e scuola di comunione". Perciò l’ obiettivo fondamentale della unità pastorale territoriale è proprio quello di educare alla spiritualità di comunione.
    Questo significa far spazio costantemente al fratello," portando i pesi gli uni degli altri"(Galati 6,2). Ma ciò è possibile solo se, consapevoli di essere peccatori perdonati, guardiamo a tutta la comunità come alla comunione di coloro che il Signore santifica ogni giorno. L’ altro non sarà più un nemico, né un peccatore da cui separarmi, bensì " uno che mi appartiene ".
    Soltanto se sarà davvero "casa di comunione " la Chiesa potrà diventare anche " scuola di comunione ". È importante che ciò avvenga: in ogni luogo le nostre comunità sono chiamate ad essere segni di unità, promotori di comunione per additare…la patria verso la quale siamo incamminati. Ma non dimentichiamo l’avvertimento di Giovanni Paolo II: "Non ci facciamo illusioni, senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’ anima, maschere di comunione, più che sue vie di espressione e di crescita".
    Scusatemi per la lunga citazione, ma era necessaria per comprendere bene la nuova realtà o sfida pastorale che attende Serracapriola alla prova della fede e della testimonianza cristiana.
           UNITÀ E DIVERSITÀ
    Preciso subito, a scanso di equivoci, che l’ unità è una meta da perseguire, è un cammino da fare insieme. Ma questo non significa uniformità! Né modello unico. Premesso che Cristo è il nostro unico e assoluto Salvatore e Modello (Via, Verità e Vita), diversi sono i modi di tendere alla perfezione. Si comprende così l’ esistenza, anche nell’unità pastorale territoriale, di diverse realtà associative che si ispirano a itinerari formativi particolari: dall’ Ordine Francescano Secolare (nelle distinte ramificazioni) all’ Azione Cattolica (anch’ essa nelle diverse espressioni) dai gruppi di preghiera al Volontariato, dalla pastorale della famiglia a quella giovanile; dai gruppi ricreativi a quelli per la catechesi, ecc.. Tale molteplicità può rivelarsi autentica ricchezza per tutti solo se, animati dalla spiritualità della comunione, ogni gruppo segue il proprio cammino e rimane in dialogo con gli altri, senza preclusioni, ma coltivando la collaborazione e ponendo segni visibili di condivisione.
    In tale prospettiva si dovranno cercare e concordare momenti particolari, iniziative comuni, proposte concrete che facciano risaltare il desiderio e l’impegno a ritrovarsi insieme pur avendo spazi e tempi propri.
           EVANGELIZZAZIONE E CATECHESI
   
Richiamo la preoccupazione della Chiesa perché ci siano catechisti formati, capaci di guidare ragazzi e adolescenti in un cammino di fede completo (cognitivo ed esperienziale) che, pur parallelo all’ iter scolastico, non abbia mai una impostazione rigidamente scolastica. Per questo sarebbe opportuno sollecitare i genitori credenti e praticanti, perché si facciano carico della educazione anche religiosa dei figli, e siano essi stessi a fare esperienza della e nella comunità ecclesiale, parrocchiale o del gruppo di appartenenza.
    La comunicazione del Vangelo in un mondo che cambia esige oggi una "paziente e coraggiosa revisione di tutto il tessuto pastorale delle nostre comunità dal punto di vista missionario" secondo il saggio e motivato consiglio dei Vescovi italiani (cfr. Documento CEI ed. Piemme, pp 147-148).
    Ciò comporta uno speciale impegno in due direzioni. La prima: uscire fuori dal recinto culturale e parrocchiale, per arrivare alla gente, per incontrare i "cristiani della soglia" attraverso i centri di ascolto, gli incontri occasionali, una eventuale missione popolare (ma da preparare bene!). Dall’ altra sviluppare e promuovere la pastorale giovanile e della famiglia nella Parrocchia, intesa a livello del paese tutto. Poiché è naturale che le cose non possono cambiare da un giorno all’ altro, si rende indispensabile puntare molto sulla formazione invitando alcuni laici o coppie a partecipare agli incontri promossi dalla Diocesi e a convegni regionali-nazionali per acquisire un rinnovato slancio nella testimonianza propria del laicato.
    Per quanto concerne, infine, il cammino di fede per l’ iniziazione cristiana, il problema più volte sollevato per il gruppo degli Araldici deve essere affrontato non in termini di contrapposizione o esclusivismi unilaterali, ma con vero spirito pastorale e pedagogico che tenga presente la crescita dei piccoli nella conoscenza della verità di fede, nell’ esperienza della comunità ecclesiale, ma anche nella appartenenza a gruppi particolari (ACR, Araldini,…) capaci di un vero accompagnamento liturgico, catechetico e caritativo. Con tale spirito si potrà riprendere l’ intesa già discussa tra i sacerdoti più di un anno fa.
           LITURGIA E RELIGIOSITÀ POPOLARE
   
Ho già fatto notare la tendenza diffusa nel privilegiare o ripristinare espressioni di religiosità popolare che hanno bisogno di purificazione e di una maggiore catechesi, per evitare il facile rischio di offrire un volto superficiale della fede. La recente pubblicazione del Direttorio su pietà popolare e liturgia, presentato al clero nei giorni scorsi, è l’autorevole punto di riferimento per aiutare i fedeli a comprendere il valore delle tradizioni e a correggere eventuali abusi nella organizzazione o gestione delle feste religiose.
    A tale proposito raccomando di curare con particolare attenzione i momenti e le feste liturgiche che devono esprimere la "comunione ecclesiale" nel Paese: la solennità del Corpus Domini, le feste in onore dei Patroni, alcuni momenti dell’ anno liturgico (quaresima, avvento, defunti,…).
           TESTIMONINZA DELLA CARITÀ
   
"Al di sopra di tutto vi sia la carità che è il vincolo della perfezione". L’esortazione dell’ Apostolo ben sintetizza l’ invito pressante che vi rivolgo in questo particolare momento. Mentre ho constatato con piacere la fattiva operosità e dedizione degli operatori della Caritas, sia nella sede dell’ Istituto Corroppoli, sia presso il Convento, non posso nascondere la mia meraviglia nell’ aver colto perplessità, dubbi, ripensamenti e precisazioni fuori posto circa il problema dell’ accoglienza e del referendum. Se vi sono diversità di vedute, di proposte circa gli interventi da fare e le modalità da seguire, queste devono restare nell’ ambito della dialettica politica, ma non possono in alcun modo diventare strumentali in riferimento agli "stranieri", né devono scadere nell’ attacco personale mosso contro istituzioni o individui.
    Mi auguro che questa parentesi si chiuda quanto prima e l’ accoglienza sia espressa in termini più concreti, convinti e strutturali.
    La Caritas Diocesana ha promosso diversi incontri formativi per coloro che intendono impegnarsi nel servizio della Carità (dal volontariato anche femminile, agli obiettori di coscienza, all’ assistenza in genere, al corso di lingua per emigrati, …).
    Invitare gli operatori e in particolare i giovani a partecipare a questa formazione, significa elevare il livello delle motivazioni e aiutare la persona a maturare delle scelte solidali ed evangeliche.
            PROBLEMI CONCRETI
   
Mi sono stati evidenziati diversi problemi di natura pastorale ed economica, perché si avverte la mancanza di un Oratorio, le Chiese hanno bisogno di restauro e manutenzione.
    ORATORIO. La realizzazione di una struttura per oratorio, come punto di ritrovo e di formazione della gioventù, va pensata nel contesto dello sviluppo di Serracapriola e individuando un sito dove sia possibile proporre l’ intervento. Nel frattempo io credo che è necessario valorizzare bene le strutture già esistenti, in particolare l’ Istituto Corroppoli (che dovrebbe essere frequentato non solo per la catechesi, ma anche per attività ricreative) e qualche chiesa (che, senza perdere il culto, potrebbe essere utilizzata per iniziative culturali…).
    MANUTENZIONE E RESTAURO luoghi di culto. Il discorso si fa delicato e problematico, tuttavia è importante tenere presente che:
    - si sta procedendo alla redazione preliminare del progetto;
    - si dovrà individuare lo stralcio più urgente da eseguire, previa l’ approvazione da parte degli Organi competenti;
    - la C.E.I. può assicurare non oltre il 30% mentre il resto è a carico della Comunità e della Diocesi;
tutto questo riguarda Santa Maria e San Mercurio.
    C’ è inoltre la richiesta per altri interventi (SS. Trinità). Preso atto della disponibilità della Confraternita, ho promesso un contributo dai fondi dell’ otto per mille, ma mi permetto anche di dire che vengano utilizzati per cose veramente necessarie (impianti, ecc.) prima ancora che per cose decorative.
    Sono fiducioso che anche i fedeli faranno la propria parte per far fronte alle gravi e onerose esigenze strutturali.
    Carissimi, al termine di queste mie riflessioni e indicazioni scaturite dalla Visita Pastorale tra voi, non mi rimane che esortarvi con forza, con le parole del Papa, a "prendere il largo" con fiducia, speranza e gioia. Siate certi che, come Vescovo, anch’ io prendo il largo con voi nel vasto campo della missione di Cristo nel mondo per la salvezza di ogni uomo e donna.
    Forti della grazia che il Signore ci ha donato in virtù della sua visita al popolo che Egli ama, sentiamoci animati dalla passione per il bene, per la pace, per la verità e, ciascuno nel proprio ruolo e con la propria responsabilità, costruiamo la "Civiltà dell’ Amore" anche nella nostra cara Serracapriola.
    Con affetto di Fratello, Padre e Pastore Vi benedico tutti.