6 - 21 MARZO 2004 MISSIONE POPOLARE CITTADINA A SERRACAPRIOLA DEI PADRI MISSIONARI REDENTORISTI NELL'ANNO DELLA MEMORIA DEL MARTIRIO DEL PATRONO PRINCIPALE DEL PAESE, SAN MERCURIO, SOLDATO E MARTIRE Di GESÙ CRISTO
La missione sarà divisa in due parti: la prima come missione popolare, la seconda come missione gerardina.
1 Missionari redentoristi impegnati saranno quattro: padre Salvatore Brugnano, padre Pompeo Franciosa, padre Gilberto Silvestri, padre Mosé Simonetta (prima settimana) e padre Carmine Ascoli (seconda settimana).
Partecipano anche due suore esterne, delle Cappuccine del S. Cuore.
Era giusta ed importante per la nostra Serracapriola la missione popolare che abbiamo celebrato dal 6 al 21 marzo scorso. La divisione fra chiesa e società, tra fede e vita, anche nel nostro paese si nota sempre di più. L'occasione dell'anno della memoria del Patrono Principale di Serracapriola, san Mercurio martire e l'invito del nostro vescovo, monsignor Michele Seccia, all'indomani della sua visita pastorale nel nostro paese, nell'ottobre 2003, hanno fatto il resto.
Una missione popolare, però, ha molteplici aspetti e diversi anche gli obiettivi che essa si prefigge. Noi abbiamo cercato di far sì che la missione dei padri redentoristi fosse un momento particolare di grazia, per una nuova evangelizzazione nel nostro paese. Un momento attraverso il quale i praticanti trovassero nuovo e rinnovato vigore, gli indifferenti un motivo di "attrazione" alla fede e i lontani una ragione per fare ritorno alla Chiesa.
Nel primo positivo bilancio che si può tracciare della missione popolare che si è svolta a Serracapriola, un ruolo importante va certamente riconosciuto alla parte organizzativa ed al coinvolgimento diretto nella missione di laici, religiosi e religiose della nostra comunità cittadina. Hanno svolto tutti, ciascuno per la propria parte, un'opera encomiabile. Instancabili nella fase preparatoria e nella parte di sensibilizzazione della gente di Serracapriola alla missione. Stretti e preziosi collaboratori per i missionari e le missionarie, cercando quanto più possibile di coinvolgere anche altri parrocchiani nella loro non facile opera. Il loro lavoro è stato davvero prezioso e riconosciuto tale anche dagli stessi missionari, che hanno avuto parole di grande elogio per la collaborazione e l'aiuto ricevuto.
Se da un lato è impossibile, al momento, tracciare un bilancio definitivo dell'incidenza sul nostro territorio della missione, dall'altro va riconosciuta almeno la grande mole di "lavoro" fatto da missionari e dalla missionarie che per quindici giorni hanno animato la nostra cittadina. Hanno bussato alle porte di ogni casa per incontrare le famiglie serrane, gli ammalati, gli anziani. Il loro incontro in molti ha segnato positivamente l'apparente ostinazione e chiusura alla fede, alla Chiesa ed a Dio. Portando ad un dialogo serio e costruttivo, con l'intento di riappropriarsi della propria coscienza e del proprio essere cristiani. Senza facili trionfalismi o errate interpretazioni, è possibile tuttavia affermare che la missione ha acceso degli entusiasmi che sembravano spenti ed è stato un evento positivo per tutta la comunità parrocchiale.
Certo, non sono mancati momenti, per un certo senso, difficile. Soprattutto nella prima fase quando si è potuta notare una certa indifferenza da parte di alcuni, ed in certi casi quasi di fastidio, ma dopo il primo momento, i missionari, le missionarie ed il loro messaggio di amore e fede sono stati accolti più che positivamente. Così come è stata accolta con amore e devozione da tutta la comunità parrocchiale l'urna con la reliquia di San Gerardo, che per una settimana è rimasta in mezzo a noi, nella chiesa della SS. Trinità, ed è stata venerata e visitata da tanti serrani, che hanno sostato in preghiera davanti ad essa. Tanti anche coloro che si sono riavvicinati al sacramento della riconciliazione o hanno chiesto un colloquio spirituale con qualcuno dei missionari, tra l'altro, sempre molto disponibili.
In molti, al termine della missione, hanno chiesto di continuare con i centri di ascolto della parola nelle case, che durante i quindici giorni di missione hanno visto intere famiglie, giovani, ragazzi ed adulti dialogare e confrontarsi su questioni di fede, ma anche sociali. Anche i giovani della Gi.Fra., degli Scouts e del neo nato Gruppo Giovani hanno chiesto di continuare ad incontrarsi periodicamente fra di loro per mettere in comune le proprie esperienze ed i propri diversi cammini nell'unica fede che porta a Dio ed elaborare progetti assieme.
Proprio queste richieste per collaborazioni da continuare, forse, sono il primo segno tangibile lasciato dalla missione popolare di quest'anno. Un segno che non bisogna assolutamente trascurare, ma che occorre coltivare e far crescere per cercare di eliminare quelle divisioni e quegli individualismi che non fanno certamente bene alla nostra Serracapriola dove, troppo spesso ci si lamenta di tutto e di tutti, palesando un generale disagio personale, sociale ed ecclesiale.
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