Il quattordici settembre 1841 terminava la sua esistenza terrena Teodoro Arranga, uno dei maggiorenti di Serracapriola che, insieme ai Finizio, ai De Luca ed a poche altre Famiglie, avevano la fortuna di "possedere" la maggior parte dei Beni mobili ed immobili del circondario.
Il patrimonio personale di Don Teodoro era senz'altro di tutto rispetto e lo si può tuttora desumere da un documento di cui sono, non senza difficoltà, riuscito ad entrare in possesso: "L'Istrumento di Divisione della proprietà di Don Teodoro Arranga giusto l'atto stipulato dal Notaio Emmanuele de Luca il giorno 11 maggio 1857 in Serracapriola".
Esso è allegato alla "Comparsa Conclusionale per la Causa tra il Sig. Giovanni Arranga fu Teodoro contro il Sig. Luigi Arranga", discussa presso il Tribunale Civile di Lucera, anch'esso in mio possesso.
Dal secondo documento si possono evincere ancora poche altre notizie su questa importante famiglia serrana prima che, un tracollo finanziario di dimensioni spaventose, la travolgesse facendo scomparire per sempre, dal novero dei notabili locali, i discendenti superstiti. Dalla lettura comparata, dunque, dei due documenti si possono trarre alcune brevi considerazioni.
1. Gli Arranga dovevano essere certamente dei ricchi possidenti già alla fine del '700 e, quindi, occupare un posto di preminenza nella società del tempo.
2. I loro interessi erano già, per l'epoca, ben differenziati, risultando nella loro disponibilità terre (San Leuci), fabbricati, sia nel centro storico che nella parte di espansione più recente, il "Borgo", e contanti, molti contanti che, come quasi tutti i ricchi possidenti dell'epoca, usavano dare, a mo' di banche e società finanziarie, in prestito sia ai concittadini che ai residenti nei comuni circostanti.
3. Erano, come la maggior parte delle famiglie del tempo, ricche di "numerosa prole" e questo si sarebbe rrivelato, poi, uno dei principali motivi di "impoverimento" finanziario perché, con le successive divisioni, le masse ereditarie, anche le più cospicue, si andavano ad esaurire, come infatti poi è effettivamente avvenuto.
Ma torniamo dunque al testamento di Don Teodoro.
Fra le tante sue proprietà spicca, per importanza e consistenza la "Casa Palazziata" al Borgo, residenza della Famiglia.
Cosi recita la "notazione" fatta dal Notaio Teodosio Pergola, nel testamento dell'Arranga, relativa al fabbricato in oggetto: "casa messa in abitato di Serracapriola stradone borgo e strada S. Angelo con due ingressi... consistente in quattro superiori di prospetto... il portone allo stradone Borgo e piccolo sottano in esso ed altro sottano a dritta di detto portone; ...altra parte alla strada S. Angelo con ingresso in detta strada da manca in portoncino e composto di 4 superiori e 3 inferiori".
La descrizione è certamente piuttosto superficiale e lacunosa, ma già sufficiente a darci un'idea della dimensione del fabbricato e dell'appartamento abitato dagli Arranga (otto vani), per l'epoca ampio e spazioso, come si addiceva giustamente ad una famiglia di Notabili.
Sono passati, da quel dì, centocinquantanni ed il Palazzo ha avuto vicissitudini legate sia alIa storia della Famiglia, sia ai più grandi eventi che hanno cambiato l'Italia, divenendo, in ultimo, sede del Comune.
Allo stato, molte e sostanziali modifiche sono state apportate alla struttura originale: una corte interna è stata chiusa, sono stati ricavati locali a livelli sfalsati, probabilmente tenendo conto, più che della realtà strutturale dell' edificio, le necessità pratiche della destinazione d'uso assegnatagli.
Ancora oggi il fabbricato si presenta molto bene con un bel prospetto artisticamente articolato sull'ex stradone Borgo, ora Corso Garibaldi, arricchito da preziose opere lapidee che danno al tutto un senso di considerevole decoro.
Belle e molto ben intagliati tutti i capitelli del primo piano, sia quelli incassati nella muratura al culmine delle lesene, sia quelli colonne a sorreggere l'architrave ed il timpano del balcone principale.
Dal punto di vista statico, ad un primo esame di massima, l'edificio si presenta in discrete condizioni: esso e realizzato in muratura di mattoni con coperture parte a volte, parte a solaio piano e non presenta dissesti di particolare evidenza.
Pur avendo, nel complesso, un discreto sviluppo superficialec, manca di organicità funzionale, per i molti livelli su cui sono disposti i locali, fra loro, per lo più, non comunicanti, ad esclusione dell'intero primo piano.
Pur tuttavia è ricco di un fortissimo fascino e, nell'immaginario collettivo, è un "Riferimento".
Dunque, se pur non si presta, a mio avviso, tecnicamente per ospitare tutti gli uffici di una sede moderna di un Palazzo Comunale, è indispensabile, nel formulare una nuova destinazione d'uso, tenere ben presente questa sua intrinseca forza polarizzatrice.
Ciò anche in funzione di una migliore utilizzazione dell'intero stabile in virtù del ruolo che si vuol far assumere al Comune di Serracapriola nello sviluppo economico, sociale e culturale dei prossimi anni.
E' dunque, certamente da encomiare l'attuale Amministrazione per aver voluto, fra le tante iniziative volte alIa tutela ed alIa valorizzazione paesaggistico ambientale del Capoluogo, inserire, devo dire con notevole perspicacia e tempestività, il problema recupero di questo edificio certamente tra i più significativi e pregni di storia dell'intero Paese.


Ferdinando Jannuzzi
architetto incaricato per la redazione del progetto di ristrutturazione di Palazzo Arranga.