In seguito alla fallimentare esperienza dell'Amministrazione socialista
fu inviato sul Comune in qualità di Commissario prefettizio
il dott. Angelo Dello Russo, funzionario della sotto prefettura
di Sansevero. Prese possesso dell'incarico il 24 novembre del
1921 e si diede subito a rimettere ordine nelle cose municipali.
Cominciò con l'affidare a ciascun impiegato un compito
preciso e responsabile, riordinò il servizio - o disservizio
- di nettezza urbana, il servizio sanitario, il dazio, la pubblica
illuminazione.
Provvide a dar lavoro ai disoccupati disponendo lavori sia alle
strade urbane che a quelle rurali.
Il suo compito principale era tuttavia quello di preparare le
elezioni della nuova amministrazione comunale. Queste furono fissate
al 10 settembre 1922 e si svolsero puntualmente seppure in maniera
del tutto anomala.
Anzitutto c'e da ricordare che si era alla vigilia della Marcia
su Roma e quindi in clima di trionfante fascismo.
I socialisti avevano fallito la prova amminisrativa ed i cessati
Sindaco e Vice Sindaco avevano trasferito la propria residenza
nel capoluogo lombardo sicché il partito ne risultava acefalo.
I due partiti tradizionali locali, quello capeggiato dal dott.
Luigi Gatta e l'altro da Alfredo de Luca, avevano praticamente
cessato di combattersi a seguito dell'alleanza anti socialista.
Fu così che alla tornata elettorale fu presentata una sola
lista che non potè definirsi fascista perché i candidati
fascisti non erano. Si trattava di una lista di persone di riguardo,
appartenenti a tutte le classi sociali, volenterose di dedicare
parte della propria attività alle cure della cosa comune.
Naturalmente non ci fu battaglia, ma solo caccia alle preferenze.
Al suo insediamento il nuovo consiglio elesse alla carica di Sindaco
l'orefice Beniamino Castriota ed a quella di Assessori i sigg.
Giuseppe Castelnuovo, agricoltore, Felice Arranga, Lorenzo Gatta,
Giuseppe Finizio. I due partiti tradizionali erano equamente rappresentati.
A capeggiare Ia minoranza fu chiamato l'impresario edile Emesto
Gallo.
Si trattava dunque di una specie di monocolore privo di una effettiva
opposizione, ma che poteva guardare serenamente ai molti problemi
che riguardavano la vita del paese. Fra questi, di maggiore spicco,
l'illuminazione pubblica e privata, la raccolta ed il trasporto
dei rifiuti solidi e liquidi, il completamento degli edifici scolastici
i cui lavori di costruzione furono sospesi a causa della guerra,
la rete urbana dell'acquedotto. Il tutto con l'orecchio teso all'ascolto
dei grandi avvenimenti che andavano maturando in sede nazionale.
Per quanto riguarda la pubblica illuminazione, fu concessa alla
ditta ing. Gerbasio di Napoli la costruzione di un impianto per
la produzione di energia elettrica al rione S. Angelo, impianto
che si rivelò rumorosissimo, tale da non poter essere tollerato
dalla popolazione che aveva perduto, col sonno, la pace. Ci fu
in concorrenza la ditta Di Penta, che l'energia elettrica la trasportava
da Campobasso, che ebbe la meglio, sicché nel 1924 il problema
dell'illuminazione pubblica e privata era avviato a soluzione.
Intanto con manifestazioni patriottiche si era provveduto a ricordare
i Caduti in guerra con l'apposizione di due lapidi sul fronte
di Palazzo Arranga, sede del Municipio, e con la formazione del
Viale della Rimembranza, dove ad ogni Caduto fu dedicato un pino.
Nel frattempo il Fascismo si era consolidato ed era divenuto Regime.
Nel 2 maggio del 1926 due consiglieri e due assessori rassegnavano
le dimissioni. La sera del successivo 17 luglio si riunì
il Consiglio Comunale ma fu impedito di deliberare dai tumulti
scoppiati nel settore riservato al pubblico. Si chiedevano le
dimissioni dell'Amministrazione. Venutone a conoscenza il Prefetto
sciolse l'Amministrazione e nominò Commissario per la gestione
provvisoria del Comune il notaio Matteo Falcone. Lo stesso doveva
essere successivamente nominato, dalla competente autorita PODESTA'
del Comune. Era il primo di una non lunga serie.
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