L'inizio del secolo decimonono e precisamente dal 20 settembre 1901 al 23 maggio 1905 vede a capo dell'Amministrazione comunale di Serracapriola il dott. Luigi Gatta, medico chirurgo. Apparteneva a famiglia oriunda di Bagnoli Irpino da dove si era trasferita da circa mezzo secolo, ottimo professionista e buon conoscitore di norme amministrative.
Il Sindaco Gatta era coadiuvato da due assessori, Pasquale D'Adamo e Francesco Alberico ed assistito dal Segretario Comunale Teodoro Vallillo. L'iniziativa amministrativa era tuttavia inceppata da una forte opposizione capeggiata dall'avv. Alfredo De Luca che senza soste incalzava e tallonava l'opera della maggioranza.
Tuttavia senza traumatiche rotture si giunse alle nuove elezioni che si tennero nel 18 di giugno del 1905.
A quanto annota Alessandro D'Adamo nel suo manoscritto a "IL FILM DELLA VITA AMMINISTRATIVA DEL COMUNE DI SERRACAPRIOLA" la battaglia elettorale "si era combattuta ad armi corte e molto aspra era stata la guernglia per poter governare la cosa pubblica. Svolazzanti libelli a stampa, non solo davano in pasto al pubblico tutto l'operato di una buona o cattiva amministrazione, per quanto si arrivava a scrivere su fatti personali."
L'aspra contesa risultò infine favorevole al partito del comm. Alfredo De Luca che vinse la tornata elettorale. Nonostante la sconfitta, il giudizio sull'opera amministrativa del dott. Gatta fu sostanzialmente positivo.
Caduta quindi l'amministrazione del dott. Gatta, ed in attesa della presa di possesso della subentrante, era stato nominato Commissario prefettizio il Segretario Vallillo che rimase in carica dal 25 magglo al 24 giugno del 1905. Successivamente aveva funzionato da Sindaco il veterinaro dott. Francesco Presutti, Assessore della nuova Amministrazone. Nel brevissimo lasso di tempo, 27 giugno - 12 luglio 1905, dell'amministrazione Presutti, fu ordinata la demolizione della "PORTELLA" e del sovrastante orologio pubblico perché pericolante.
L'ordinanza di demolizione è stata sempre aspramente criticata ed ancora oggi non si capisce perché si sia voluto privare il paese di un orpello, tangibile segno di storia presente e passata del paese. Infatti se la PORTELLA era effet -

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schiamazzo dei numerosi astanti.
Allorché fu colmato il fossato del castello, quello rivolto verso la Portella, il muro di cinta ebbe a perdere la sua funzione protettiva e si ritrovò del tutto isolato nell'enorme slargo derivato dal colmamento.
Da chi era direttamente interessato, probabilmente per poter godere più ampia visuale, fu lanciata la proposta dell'abbattimento del muro, ma ci fu opposizione popolare assai vivace e decisa.
Si giunse cosi al giugno del 1905 allorché con un colpo di mano, nel giro di 15 giorni fu deliberata ed eseguita, la demolizione del muro, della Portella e della torre "perché pericolanti".
Forse era anche vero visto che il complesso era sopravvissuto ai secoli ed ai terremoti.
Tuttavia l'opinione pubblica non ne fu convinta e spiegò i motivi della demolizione con prosaiche ragioni di corna.
Attributi questi attribuiti a qualche pubblico Amministratore che non potendo, così ornato, transitare agevolmente sotto l'arco della Portella, ne avrebbe decretata la demolizione.
E con tale spiegazione fu consumata la vendetta dei vedovi della Portella che, in verità sono ancora tanti.