Una mini inchiesta sullo stato di salute della nostra economia locale
Che Serracapriola sia un paese la cui economia si basa essenzialmente sull'agricoltura è una dato di fatto inconfutabile e, crediamo, noto a tutti i lettori de La Portella. Che l'agricoltura in generale, quella italiana in particolare e l'agricoltura serrana nello specifico non stiano vivendo un periodo felice (anzi tutt'altro) è un dato ugualmente noto. Se a questo si aggiunge la crisi economica che da qualche mese sta interessando un po' tutti i Paesi, il mix di effetti negativi è bell'e servito. La situazione diventa, così, assai preoccupante, anche se non mancano possibilità di inversione di tendenza. A confermarlo è anche una piccola inchiesta condotta dal nostro giornale ascoltando i direttori di banca che operano sul territorio di Serracapriola.
<<Certamente, anche a Serracapriola - ha detto Pasquale Gallo, del San Paolo-Banco di Napoli - la crisi mondiale si sente, e si è aggiunta alle incertezze ed alle difficoltà che già da un po' di tempo interessano il settore agricolo, sul quale poggia praticamente l’intera economia del paese. Un esempio per tutti può essere l’oscillazione del prezzo del grano: lo scorso anno pagato anche 45/50 euro al quintale, mentre quest’anno si aggira intorno ai 20 euro al quintale>>.
Dello stesso avviso anche il direttore della filiale di Serracapriola della Banca Popolare di Bari, Luigi Giuncato. <<La crisi c'è e si sente. Per una economia come quella di Serracapriola, basata in massima parte sull'agricoltura i problemi legati a questo settore produttivo si avvertivano già ai "tempi d'oro" dell'economia mondiale, figuriamoci ora. I ritardi con i quali spesso vengono effettuati i pagamenti agli agricoltori costituiscono sicuramente un problema serio per chi vive di agricoltura. Questi ritardi, tuttavia, al momento non hanno innescato alcuna catena negativa, perché gli agricoltori locali, anche a costo di sacrifici, riescono ancora a fare fronte ai propri impegni>>.
Nonostante la situazione non sia, quindi, proprio rosea, il settore creditizio a Serracapriola sembra reggere ancora. Entrambi i direttori degli istituti bancari interpellati da La Portella hanno riferito che i crediti concessi a Serracapriola dalle loro banche sono più o meno nello stesso numero che in passato.
<<Certo - riferisce Giuncato della BPB - la concessione di una linea di credito oggi è molto più oculata che in passato, stiamo più attenti. Ma questo non è significato una diminuzione di assegnazione di crediti da parte nostra, a parziale conferma di una economia locale ancora solida. Del resto, anche i nostri clienti oggi chiedono maggiori garanzie a noi per i loro investimenti. In sintesi si può dire che c'è una situazione di maggiore prudenza sia da parte della banca che dei risparmiatori, o investitori>>.
Situazione simile anche quella disegnata dal direttore del San Paolo-Banco di Napoli, Gallo. <<Il numero dei finanziamenti da noi concessi negli ultimi mesi è all'incirca lo stesso che
in passato. Un leggero calo, invece, si è registrato per quanto riguarda i depositi bancari. Del resto, gli effetti della crisi economica mondiale ed agricola in particolare costringono a fare ricorso sempre più spesso a risorse che in passato, magari, si riuscivano anche a mettere da parte “per il momento del bisogno”, che sembra essere proprio questo>>.

Nonostante la crisi economica mondiale e quella del settore agricolo, l'economia di Serracapriola, sembra comunque reggere. Questo dato, però, non può indurre all'ottimismo. Perché, secondo i due direttori di banca, l'economia di Serracapriola non può dirsi in buona salute e la crisi di questo periodo può accentuare ancora di più i vari malesseri di cui il nostro piccolo borgo è affetto.
Per il direttore Gallo <<L'economia di Serracapriola vive in una situazione di "sofferenza strutturale " legata senz'altro ai problemi dell'agricoltura ed accentuata in questo momento dalla crisi mondiale, ma non estranea anche ad una certa staticità locale del mercato immobiliare. A Serracapriola, tranne che in rarissime occasioni, non si costruiscono immobili nuovi; non vi sono aree edificabili, che invece bisognerebbe individuare per cercare di rimettere in moto la macchina dell'edilizia. Gli imprenditori edili locali sono costretti a cercare lavori fuori e questo non giova all'economia del paese>>.
Altrettanto inclemente l'analisi del direttore Giuncato per il quale <<L'economia locale è legata alla tradizione. E’ ferma sulle posizioni acquisite e vive di rendita. Prima o poi, però dovrà svegliarsi e fare i conti con una realtà, spesso diversa da quella disegnatasi. Al pari di tanti altri piccoli centri della zona, Serracapriola “vuole cantarsi da sola". Invece dovrebbe aprirsi ad altri modi di produrre ricchezza per il territorio>>.
Secondo i responsabili delle due filiali di banche a Serracapriola, ora più che mai per il nostro paese, cercare "una nuova economia locale" è una necessita vitale. Senza sganciarsi, tuttavia, dall'economia esistente, ma interagendo di più ed in maniera più completa con essa ed aprendosi realmente a nuove prospettive.
<<Per quanto riguarda l'agricoltura - suggerisce il direttore della Popolare di Bari - credo che bisognerebbe svincolarsi un po' dalle indicazioni dell'Unione Europea, puntando anche a nuovi tipi di colture e ad incentivare le potenzialità locali. Serracapriola produce dell’ottimo olio, ad esempio, che credo, però, dovrebbe essere commercializzato e pubblicizzato meglio per ottenere un reale valore aggiunto. Un altro settore sul quale si potrebbe puntare decisamente è quello del turismo. Un turismo culturale, oltre che di massa, visto che Serracapriola ha un borgo antico davvero bello e delle costruzioni ed opere decisamente più che apprezzabili Bisognerebbe, però, valorizzare queste risorse creando anche una adeguata recettività. Il tutto operando in collaborazione e con maggiore fiducia l’uno nell'altro>>.
Collaborazione e valorizzazione, in sintesi le parole chiavi per affrontare e superare la crisi mondiale e locale anche a giudizio del responsabile locale del San Paolo-Banco di Napoli, Pasquale Gallo, e del funzionario della stessa banca Pietro Nardella, per i quali <<bisogna assolutamente valorizzare maggiormente i prodotti tipici locali, differenziandosi anche nell'offerta, "pubblicizzandoli " pure attraverso l’organizzazione o la partecipazione a fiere ben strutturate, incontri, meeting, ecc. A Serracapriola c'è bisogno di una maggior propensione al mercato e, oggi ancora più che in passato, di un forte incentivo alle forme associative. In questo senso una più che valida realtà operante sul territorio è la Cooperativa Frentana, che sta facendo davvero un ottimo lavoro, ma che, purtroppo, è l’unica esistente>>. (a. g.)