Proverbio: Chi negòziè cambe, chi fètije móre.
Chi negozia (commercia) vive, chi lavora muore.


Fra le istituzioni commerciali le banche si distinguono per importanza ed utilità. Uno degli elementi indispensabile al commercio per svilupparsi è il credito (credito agrario di esercizio, di miglioramento, fondiario e altre forme di credito).
Esso non consiste soltanto nel consegnare la merce a qualcuno con l’impegno del pagamento dopo un lasso di tempo, ma comprende tutta una serie di operazioni, per cui i capitali passano, per mezzo di intermediari, da persone che li terrebbero fermi ad altre che li fanno fruttare. Questi intermediari sono le banche ed i banchieri.
Le prime banche sorsero in Italia come semplici Banche di deposito. Poi nel tempo divennero istituti di credito dalle operazioni molteplici e complesse con varie specializzazioni. Ci sono Banche pubbliche (costituite in società anonime con un loro capitale noto a tutti) e private (esercitate da società o da privati). In Italia le banche pubbliche prima del 1893 erano sei: Banca Nazionale del Regno, Banca Nazionale Toscana, Banca Toscana di Credito, Banca Romana, Banco di Napoli e Banco di Sicilia.
Con la legge del 10/8/1893 le prime tre banche furono fuse in un’unica banca con il nome di Banca d’Italia, la Banca Romana fu liquidata, e le altre due furono conservate.
A Serracapriola nel 1886 sorse una filiale della Banca Popolare Cooperativa di Foggia, che nel 1888 fu chiusa in seguito al fallimento della banca centrale. Invece un’altra, succursale della Banca di S.Severo, nata il 18 aprile 1884, ebbe uno sviluppo accettabile al 31 dicembre 1914. Gli amministratori di questa banca locale per il 1915 erano: Simone Altamura, direttore; Alfredo de Luca, presidente; Vincenzo Galelli e Nicola Musticchio, consiglieri; Carlo De Luca, cassiere; Michelangelo Altamura, scritturale.
Nei primi anni del secolo XX l’istituto di credito più importante del meridione d’Italia, il Banco di Napoli, con la sua Cassa di Risparmio e con il credito fondiario ed agrario contribuì a risollevare l’economia del Mezzogiorno. Con la fine della prima guerra mondiale nel crak che colpì molte banche, si salvò soltanto il Banco di Napoli. Non fu penalizzato nemmeno quando con il decreto del 6/5/1926 gli fu tolta la facoltà di emettere banconote, diritto riservato esclusivamente alla Banca d’Italia. Si trasformò così in Istituto di credito di diritto pubblico, con il record assoluto, nel 1926, di possedere valuta aurea per 952 milioni. Il Banco fondò nel 1929 la “Banca Agricola Commerciale del Mezzogiorno” per assorbire molte banche minori colpite dal fallimento.
A Serracapriola il Banco di Napoli si è ben radicato, fin dagli anni ‘30. L’attività iniziò presso l’Esattoria delle Imposte Dirette, in via Giannone n.4, dove l’esattore Nicola Magnocavallo e il figlio rag. Primiano erano anche corrispondenti di questo Istituto di credito. All’ottantotenne, Primiano Magnocavallo, residente a Pescara, chiediamo di raccontarci l’inizio della sua attività di bancario e la crescita della filiale del Banco di Napoli nel nostro paese.
“Nell’agosto del 1938 io e mio padre Nicola, esattore delle Imposte Dirette di Serracapriola, avemmo dal Banco di Napoli - filiale di S.Severo - l’incarico, perché corrispondenti dell’Istituto, di effettuare il pagamento dei bollettini di ammasso grano duro ed altri cereali, emessi dalla locale Agenzia del consorzio Agrario di Foggia, ai coltivatori diretti del posto.
Successivamente, in data 8 gennaio 1940, l’incarico di Corrispondente si trasformò in Rappresentante con il preciso adempimento di compiere tutte le operazioni di Banca.
Fu così che per la prima volta il Banco operava in Serracapriola e Chieuti, comuni con ben 13.000 abitanti, privi di sportello bancario. Nel frattempo, chiamato alle armi (classe 1918) per frequentare il Corso A.U.C. di Amministrazione (31/8/1939), venni sostituito nelle dette funzioni di Rappresentante, da mio cognato, geometra Nicola Galasso.
Scoppiata la 2ª guerra mondiale (10/6/1940), venni restituito alla vita civile il 13 gennaio 1946, dopo aver partecipato con il grado di Tenente dell’Esercito alle operazioni di guerra, svoltesi sul fronte del Mediterraneo e Guerra di Liberazione con la 210ª Divisione Fanteria aggregata alla 5ª Armata Americana.
Rientrato finalmente a Serracapriola, informai la direzione del Banco di S.Severo del mio rientro per l’immediata assunzione nell’Istituto come da precise disposizioni del Ministero della Difesa che riguardavano le assunzioni in servizio degli ex-combattenti e reduci del 2°conflitto mondiale.
Il Banco rispondeva che “in primis” occorreva lavorare a favore dell’Istituto. La Direzione Generale avrebbe provveduto alla mia assunzione, in qualità di impiegato amm/vo contabile.
Purtroppo la promessa di assunzione, rimandata di anno in anno, nonostante le mie reiterate insistenze, ebbe finalmente accoglienza il 1° febbraio 1949, data di elevazione della Rappresentanza al rango di Agenzia di 2ª classe.
Ebbe così inizio l’attività della Filiale del Banco di Napoli in Serracapriola e Chieuti con Pasquale Ricciardi, 1° agente (trasferito dalla filiale di Caserta il 1°/2/1949); Primiano Magnocavallo, 1° cassiere; Luigi Giannubilo, 1° commesso. Nel tempo, come avviene in questo lavoro, si susseguirono vari agenti. Il Ricciardi, trasferito a San Severo, fu sostituito da Giuseppe Chiorazzo, poi la filiale fu retta da Marino Zia e in seguito da Giuseppe Masso, e così via.
Com’ è a tutti noto, il lavoro contabile amministrativo e di cassa in Agenzia, unico sportello operante in loco, ebbe subito un intenso sviluppo, in quanto la filiale era autorizzata a compiere tutte le operazioni di banca. Una di queste era quella di pagare ai nostri coltivatori i bollettini ammasso di grano duro ed altri cereali, previo impegno della sede di Foggia, come già avveniva dal 1938, e, infine, la distribuzione settimanale dei valori bollati ai titolari delle rivendite-sali e tabacchi.

L’attività del Banco di Napoli (con sede in Corso Garibaldi: prima al n.8, poi al n.2, oggi al n.130) operava un movimento finanziario notevole, tra depositi milionari e altro, specie durante il boom economico. Serracapriola era, in rapporto al numero degli abitanti, uno dei paesi più ricchi della provincia di Foggia. Negli anni ’980, senza disoccupazione bracciantile, si producevano 180 mila quintali di grano l’anno, 35 mila di olio, 45 mila di girasoli, 200 mila di pomodori, ed oltre mille quintali di bietole. Nell’unico sportello bancario e all’ufficio postale venivano depositati ogni anno 40 miliardi di lire.
Il 26 giugno 1991 il Banco di Napoli si trasformò in società per azioni.
Nel 1989 sorse un’altra banca, in viale Aldo Moro n.30: la filiale della “Cassa Rurale ed Artigiana di Lesina”, retta dal rag. Leonardo De Lorenzo. Essa nacque negli anni ‘40 a Lesina come Cassa Rurale Cooperativa a responsabilità limitata per i soli soci. Nel maggio del 1978, su proposta di Francesco Specchiulli, ebbe l’autorizzazione dal Banco d’Italia di aprire uno sportello come banca “Cassa Rurale ed Artigiana di Lesina”, retta da Giuseppe Mitarotonda, incaricato dalla Federazione Casse Rurali, il cui presidente era l’avv. Vincenzo Scarcia. Nel 1997 fu incorporata dalla Banca Popolare di Bari, la cui filiale di Serracapriola attualmente è retta dal dott. Nicola Saracino con la collaborazione dei ragionieri Cataldo Convertino e Antonello Briganti.
La crisi del sistema bancario colpì anche il Banco di Napoli che la risolse con la fusione, per incorporazione, in Sanpaolo Imi, realizzata in tre fasi per sancire la “sua rinascita”. La prima, iniziata nel 2000, fu perfezionata nel dicembre 2002. La seconda con la costituzione della Direzione Territoriale Sud. La terza si realizzò nel settembre 2003 con la Direzione Territoriale Sud, scorporata nel Sanpaolo Banco di Napoli, società con sede nel capoluogo campano e sola banca del gruppo Sanpaolo Emi a operare in Campania, Puglia (dove la filiale di Serracapriola risulta essere il punto operativo più a nord della nuova Banca), Calabria e Basilicata, mantenendo il marchio storico.
L’attuale personale operante nella filiale del Sanpaolo Banco di Napoli di Serracapriola è costituito dal dott. Pasquale Gallo, direttore; da Pierpaolo Pepe, vice direttore; dai gestori Luigia Patruno e Flavia Piemontese.
Tra i dipendenti del Banco Napoli del passato ricordiamo altri serrani: Giacinto de Luca, impiegato nella filiale di Foggia negli anni ‘950/’70; Antonella Torres, impiegata nella filiale di Serracapriola dal settembre 1983 al marzo 1985, oggi in carriera nella sede di Milano; e Antonio Pucarelli, direttore della sede di Pescara, oggi in pensione, con una storia prestigiosa da bancario.
Intanto mentre scriviamo queste note (come ci informa il dott.Pucarelli) il “Sanpaolo Imi”, con la medesima operazione già compiuta per le regioni su citate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), continua lo scorporo nell’area adriatica a noi più vicina: in data 17 giugno 2006 viene incorporata la Banca Popolare dell’Adriatico e il 18 giugno 2006 vengono scorporati i punti operativi operanti nelle regioni Marche, Abruzzo e Molise, che svolgeranno la loro attività di rete sotto l’insegna “Sanpaolo – Banca dell’Adriatico”.

UN SERRANO …. IN BANCA
Antonio Pucarelli, figlio di Giuseppe e Rosa Ferrero, è nato a Serracapriola il 18 giugno 1945.
Titolo di studio: Laurea in Economia - Università di Bari.
Incarichi di Direzione: Direttore delle seguenti filiali e raggruppamenti del Banco di Napoli – Montenero di Bisaccia (CB), Carbonia (CA), Termoli (CB), Campobasso, Chieti, Pescara (raggruppamento comprendente le intere province di Pescara, Teramo, Ascoli Piceno, Macerata per 20 filiali e 180 risorse).
Altri incarichi direzionali: Direttore comparto crediti, Capo servizi esecutivi e contabili, Capo sezione crediti speciali (raggruppamento Cbasso), Direttore Centro Imprese Area Abruzzo, Capo Mercato Privati Area Abruzzo (Molise, Abruzzo, Marche).
Corsi di perfezionamento: Area analisi e programmazione, Area sviluppo credito (Bocconi Milano), Area finanza, Area management.
Formatore presso la Scuola di formazione aziendale del Banco di Napoli.
Medaglia d’oro per la pubblicazione della monografia a carattere economico “Studio economico della regione molisana”.
Pubblicazioni su: “Molise economico” (CCIAA di Cbasso) e “L’Imprenditore agricolo” (Confagricoltura Molise).