Nicola Ferrero fu Alessandro (02/01/1920 - 01/01/2003) e fu Maria Valentino, nato a Serracapriola il 10 agosto 1955, già dopo la licenza di scuola media si è dedicato alla campagna aiutando il padre e diventando come coltivatore diretto contitolare di un’azienda agricola di 13 ettari, coltivati a vigneto, oliveto ed orto. Dal matrimonio con Tardiola Maria Esterina ha avuto tre figli: Maria Grazia, Sara e Alessandro, oggi perito agrario. Nel 1987 in un oliveto, acquistato dall’avv. Vincenzo Gatta in contrada Macelica, per stare a diretto contatto con la campagna, fece costruire una  palazzina per la sua famiglia e per i genitori, che diventerà poi sede dell’azienda per le attrezzature e la trasformazione ad uso familiare di parte dei prodotti coltivati. 
   Dopo la dipartita dei genitori, ha ampliato l’azienda paterna avuta in eredità  acquistando altri oliveti e terreni fino ad avere una proprietà di 33 ettari coltivati:  21 ettari ad oliveti, compresi nelle contrade, Boccadoro, Macelica, Cupello, Copiano; sei ettari a vigneti e sei ettari a seminativo, in contrada Boccadoro.   
   In controtendenza agli altri coltivatori del posto, prettamente cerealicoli, Nicola, aiutato da tutta la famiglia e in particolare dal figlio Alessandro e dalla moglie Maria Esterina, sviluppa maggiormente la coltivazione dell’olivo con 4.000 alberi di varietà Provenzale, Rosciola e in minima parte Frantoio e quella della vite con il Montepulciano, Bombino bianco, Malvasia e Trebbiano nostro. Ad uso familiare trasforma le olive dei suoi oliveti e le uve dei suoi vigneti in un ottimo vino rosso, rosato e bianco di 13-14 gradi. Quest’anno la raccolta sia dell’uva che delle olive è stata di ottima qualità. Nicola una parte delle olive le ha conferite alla cooperativa Frentana di Serracapriola, di cui è socio. 
Alle domande se soddisfatto delle sue scelte e cosa pensa dei nuovi impianti di oliveti superintensivi,  risponde:
   “Certo, curo i miei oliveti e vigneti con passione, nel rispetto della tradizione e dell’insegnamento di mio padre, ma soprattutto per salvaguardare a costo di duri sacrifici il patrimonio olivicolo che caratterizza Serracapriola, anche se il mercato non ci favorisce più di tanto. 
   Per quanto riguarda gli oliveti superintensivi, certamente la nuova tecnologia anche in questo campo è inarrestabile, ma bisogna preservare l’autoctono dei nostri oliveti giovani e secolari che hanno diritto di vivere per dare lustro al paesaggio e per produrre le olive che caratterizzano il nostro olio…. xylella permettendo”.