Le trebbie fisse richiedevano consumo di tempo e fatica, in special modo nelle zone collinari come la nostra, per cui furono sostituite man mano dalle prime mietitrebbie semoventi. 
   Nel corso degli anni ’60 la ditta Laverda si era imposta come la maggiore produttrice italiana di macchine da raccolto proponendosi sul mercato con una gamma completa di mietitrebbie. In quel periodo la Federazione dei Consorzi Agrari ne era la distributrice esclusiva per il mercato italiano e si prefiggeva uno sviluppo della cerealicoltura, in particolare del grano duro nelle aree marginali dell’Appennino meridionale e della Sicilia. Anche a Serracapriola il Consorzio Agrario, in occasione della festa di San Fortunato Martire, organizzata dal parroco della chiesa di S.Maria in Silvis don Adamo d’Adamo, aveva esposto parecchie mietitrebbiatrici in piazza V. Emanuele III. 
    Nella maggior parte dei casi dagli anni ‘70 in poi i titolari delle vecchie trebbiatrici acquistarono le nuove mietitrebbie per lavorare in proprio, a conto terzi o per entrambi i servizi: Dario Moscariello, Raffaele Montagano, Carlo Pucarelli, Gilberto Portincasa, Antonio Lagrasta, Vincenzo Maccione in società con Gabriele Cocumarolo, Antonio d’Orio, Mauro D’Amicis, Alberto Cacchione, i fratelli Giuseppe e Fernando Pallamolla, Ezio Camporeale, ed altri.
   La mietitrebbiatrice racchiude l’evoluzione tecnologica che va dalla mietilegatrice, alla trebbiatrice azionata dalla locomobile, alla prima mietitrebbia trainata, fino a quella autonoma con le varie parti incorporate ed all’ultima computerizzata (motore, aspo rotante, barra falciante, nastro elevatore, battitore, vagli vibranti, impianto di ventilazione, coclea, serbatoio superiore che si svuota travasando i chicchi in un rimorchio trainato dal trattore; la paglia, proseguendo il suo percorso sullo scuotipaglia, viene espulsa con i residui, mentre  vengono recuperati gli ultimi chicchi della spiga). Per la mietitrebbiatura sono sufficienti due operatori: il conducente della mietitrebbia e il trasportatore del prodotto.  
   Nel 2014 hanno lavorato con le proprie mietitrebbie: Cacchione Alberto e figli; Cacchione Aldo; i fratelli Amedeo e Maurizio Camporeale; Carafa Nicola; fratelli Antonio e Armando Corroppoli; Corroppoli Guerino; D’Amicis Antonio; De Bellis Armellino; fratelli Luca e Massimo Lagrasta; Maccione, Società Agricola S.S.; Nanni Sebastiano; Orlando Antonio; Palma Giuseppe; Portincasa Salvatore; Pucarelli Marcello di Carlo; Ruberto Raffaele; Santoro Vincenzo; Silvestris Giuseppe; Tardiola Fortunato; Trivelli Fortunato; Vaccaro Biagio; Società Vaccaro Ettore e di Rienzo Gabriele. 
                                 Aziende Agricole Maccione e Lagrasta 
   Fra queste aziende, due società a carattere familiare, al passo con i tempi, sono passati dalla fase meccanica a quella elettronica e lavorano con mietitrebbie Laverda computerizzate.  Facciamone un po’ la storia.
   La Società Agricola Maccione S.S. fonda le sue radici nel lavoro assiduo di Ciro Maccione (06/05/1909-21/07/1960), coniugato con Virginia Russo, affittuario del Barone Michele Pasca di Napoli. Dopo anni di lavoro, gratificato dalla stima e amicizia fraterna con il proprietario, Ciro e il fratello Michele (classe1912) acquistarono dal Barone M. Pasca alcuni ettari di terreno in contrada Mezzorotolo 
(Ischia). Ciro condusse la sua proprietà con i figli Giuseppe e Vincenzo fino al suo 
decesso, avvenuto il 27 luglio 1960 per insolazione, mentre lavorava in campagna. Successivamente i figli si unirono in società lavorando ben organizzati e con  determinazione i terreni ereditati dal padre. L’azienda man mano s’ingrandiva grazie anche alla coltura della barbabietola da zucchero. A loro volta i figli di Giuseppe, Ciro e Antonio, e i figli di Vincenzo, Alessandro e Ciro Pio (diplomato in agrotecnica),  fecero la scelta dell’imprenditoria agricola e si costituirono in “Società Agricola Maccione S.S.”, continuando a perseguire l’esempio dei padri “lavorare sodo e sempre uniti”. Ciro Pio Maccione (classe 1972), socio della cooperativa agricola Frentana dal 26-06-1993, a tutt’oggi è consigliere (eletto per la prima volta nel 1997) del Consiglio di Amministrazione di questa cooperativa. 
   La società Maccione oggi possiede tre ettari di oliveto con 350 alberi, conduce circa trecento ettari di terreno tra quelli di proprietà e quelli in affitto, oltre all’attività per servizi a terzi con i propri mezzi agricoli. È dotata di due mietitrebbiatrici di marca Laverda compiuterizzate: modello M. 304LS4WD - Special Power (semiautolivellante) e modello AL4 EVOLUTION 4WD (autolivellante) e di sei trattori, 3 Johndùre, 1 Claas, 2 Fiatagri. La società, il cui prodotto trainante nel passato, fino al 2007, è stato la barbabietola da zucchero, attualmente produce grano, orzo, girasole, favino zootecnico, colza, piselli, ceci e fagioli.
   La Società Agricola dei fratelli Luca e Massimo Lagrasta. L’azienda si formò nel 1960 con il padre Antonio Lagrasta (1934-2011), coniugato con Antonietta Sciandra, coltivatore diretto proprietario di 35 ettari di terreno dislocati nelle contrade Cesine e Bufalara. Antonio acquistò il primo trattore Fiat 415 nel 1965, un Fiat 640 nel 1971, un 540 nel 1976, un cingolato 805 C nel 1977. Negli anni ’70 iniziò l’attività in società (che durò fino agli  anni ’90) con il cugino Giuseppe Presutto con la mietitrebbia Massey Ferguson 510,. 
   Intanto i figli di Antonio, diplomati, Luca in agraria e Massimo in ragioneria, scelsero di fare gli agricoltori e aiutavano il padre nei lavori di campagna. Nel 1992 acquistarono la mietitrebbia Laverda 3650. Nel 2002 la seconda macchina Laverda 2350 autolivellante. Nel 2011, dopo la dipartita del padre, nacque la società dei fratelli Lagrasta con una proprietà di cinque trattori da 50 CV a 200 CV,  60 ettari di terreno, 3 ettari e mezzo di oliveto e altri 60 ettari in affitto di cui una parte gestita per servizi a terzi.   
   Nel 2012 acquistarono l’ultima mietitrebbia Laverda AL 4 autolivellante, con quattro ruote motrici. Si passa così da una gestione meccanica ad una gestione elettronica per arrivare al G.P.S. uno strumento per la misurazione dei terreni e il traccia file. La società produce grano, girasole, orzo, coriandolo, ceci, piselli e favini e non disdegna di continuare a curare alcuni meli autoctoni che producono le profumate mele chèitènèlle di antica memoria.
   I fratelli Lagrasta furono consiglieri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa Frentana: Luca nel tiennio 1991-92-93, Massimo nel triennio 2009-10-11. Il futuro dell’azienda agricola Lagrasta è assicurato, a Dio piacendo, poiché il figlio di Luca, Antonio junior, studia agraria con l’intenzione di seguire le orme del padre. 
   Oggi, più che nel passato, in tutti i settori e ovviamente anche in agricoltura, è  indispensabile la competenza documentata dagli studi. A Serracapriola parecchi giovani, avendo ereditato il mestiere dei padri “coltivatori diretti”, hanno la possibilità di mettere in pratica  ciò che hanno acquisito a scuola.