Un convegno sul restauro conservativo, con tanto di dimostrazione pratica dell’antica fabbricazione di mattoni
L’associazione Culturale il Melograno in un seminario di studi sul “Restauro Conservativo”, dopo aver visitato il 3 ottobre 2010 il borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio (AQ) con l’albergo diffuso, annoverato tra i 100 borghi più belli d’Italia, perché da secoli è rimasto integro nella sua struttura originaria, ha rievocato dal vivo il 10 ottobre 2010 in piazza V. Emanuele III a Serracapriola, per la prima volta, il lavoro del mattonaio.
Questo mestiere era stato già trattato dallo scrivente nella rubrica degli “antichi mestieri” sul Giornale di Serracapriola (vedi La Portella del 02-10-1995), in una inchiesta sui mattonai locali, documentata dalle splendide foto della famiglia de Renzis, proprietaria della fabbrica dei mattoni con l’enorme fornace a paglia.
A questa interessantissima e riuscitissima dimostrazione pratica della lavorazione manuale dell’argilla per la preparazione dei mattoni e dei coppi con le forme di legno, ha lavorato l’ultimo mattonaio di Serracapriola Guglielmo de Renzis assieme ad alcuni suoi ex dipendenti: Mercurio Picchione, Nicola d’Onofrio, Giuseppe di Cesare e Francesco di Cesare. Questi artigiani, a cui è andato il ringraziamento ed il plauso dell’associazione e dei cittadini presenti, hanno toccato l’anima dell’urbanistica serrana: l’argilla nostrana trasformata in mattoni e coppi.
Ha fatto seguito il convegno sul Restauro Conservativo del Centro Storico di Serracapriola; presenti il sindaco Marco Camporeale ed i relatori Ruggero Capuano, restauratore, proveniente da Barletta, e Giovanni Papalillo, architetto del Comune di Serracapriola. Tutta la manifestazione, a cui ha collaborato per l’organizzazione la prof.ssa Anna Galasso, è stata condotta ed animata dal presidente dell’ associazione “Il Melograno” dott.ssa Rosamaria Giacci.
I due tecnici relatori Capuano e Papalillo si sono prima di tutto complimentati con i maestri mattonai per la loro abilità e conoscenza tecnica dei materiali: una rappresentazione come questa è rarissima, perché queste maestranze si stanno perdendo, per non dire che si sono completamente perse……Ho visto con ammirazione la fabbrica dei mattoni, i coppi non li avevo mai visti fare….
Premesso che il nostro Borgo all’origine era bianco perché i muri in mattoni, senza intonaci, venivano imbiancati a calce, citiamo i punti salienti della relazione di Ruggero Capuano. Il restauratore ha esposto le regole inconfutabili per ottenere un corretto e duraturo restauro conservativo delle facciate esterne delle antiche abitazioni a mattoni a vista del centro storico di Serracapriola, perché, come si sa, l’interno per la maggior parte dei casi è stato trasformato:

  • Meno tocchiamo meglio è. (La patina naturale formatasi nel tempo, dopo la scomparsa della calce che copriva le case, protegge di più di un restauro mal fatto).
  • Il cemento è il pericolo n. 1. (Bisogna usare materiali tassativamente naturali compatibili con il mattone. Il cemento blocca la traspirazione, produce umidità e danneggia il mattone).
  • Per il restauro delle pareti ad intonaco bisogna usare il grassello di calce e si esclude per la tinteggiatura qualsiasi colore che non sia quello dettato dalla tradizione locale.
  • Per il restauro delle pareti a mattoni a vista, le fughe vanno eseguite sottosquadro, cioè appena, appena sotto il livello esterno del mattone.
  • La sabbiatura, gli idrorepellenti e i consolidanti sono sconsigliabili perché la prima danneggia i mattoni (l’alternativa può essere una pulitura blanda) e gli altri inibiscono la naturale traspirazione.

Fra i maestri muratori presenti al convegno, Antonio Giacci, specializzato nel restauro di antiche abitazioni, intervenendo al dibattito, ha fatto rilevare l’elevato costo di un sì fatto restauro che richiederebbe più manodopera e molto più tempo.
Il relatore ha risposto che la sua esposizione rispecchia la metodologia generale che indubbiamente dà un restauro perfetto e i cui benefici si noteranno nel tempo. In definitiva ogni lavoro di qualità ha sempre un prezzo più alto.
Anche l’architetto Giovanni Papalillo nella sua relazione ha condiviso le tesi di Capuano escludendo la sabbiatura per il restauro delle pareti a mattoni ed ha chiarito che gli adeguamenti nelle strutture del borgo vecchio avvengono per soddisfare le nuove esigenze della società moderna, altrimenti l’antico abitato verrebbe abbandonato. Quindi bisogna scendere ad un compromesso tra il restauro rigoroso ed una ristrutturazione che crei il minor danno possibile. Per quanto riguarda le ristrutturazioni delle vecchie case del centro storico, se non sono lesionate, è meglio non toccarle. Se necessariamente si dovessero fare delle riparazioni usare i materiali naturali e mai il cemento armato che creerebbe un assestamento anomalo con diversi livelli di peso a danno della struttura originaria.
La relazione dell’architetto non fa una grinza e in effetti ci sono dei vincoli sulle sopraelevazioni e ristrutturazioni delle vecchie case del centro storico che vengono fatti rispettare. Ma non avviene la stessa cosa per la tinteggiatura delle pareti intonacate, dove, purtroppo, sono proliferati e proliferano colori arbitrari, contrari alla tradizione storica dell’urbanistica serrana, che non hanno nessuna giustificazione.
Il seminario di studi sul Restauro Conservativo del Centro Storico di Serracapriola, promosso da Il Melograno, ha avuto il suo epilogo il 4 e il 5 dicembre 2010, con l’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione in via Rossini n.30. L’evento è stato allietato dall’attrice Marilù Piccolantonio che ha declamato poesie e prose di autori noti e da un repertorio di musica jazz con la cantante prof.ssa Maria Teresa D’Orio, laureata in musicologia, accompagnata al pianoforte dall’eclettico pittore-pianista Beppe de Sario. Per l’occasione è stato presentato anche il calendario 2011 “U pèjése mì” a cura della stessa associazione.