Dopo la trebbiatura i sacchi di grano venivano trasportati con il carretto
(u tréine) trainato, in rapporto al carico, da uno,
due o tre cavalli (temone e velèncine), ai privati,
ai magazzini dei commercianti, al Consorzio Agrario.
Il lavoro di carico e scarico veniva effettuato dai facchini, che erano
organizzati in gruppi costituiti sindacalmente. Ogni gruppo di sette o otto
persone formava una "carovana" con il capo-dirigente (Un
capo-carovana laborioso ed equilibrato è stato "Felùcce").
Queste associazioni avevano le loro sedi denominate: 'Aquila', 'PrimoMaggio',
'SanMercurio' , 'San Fortunato'.
Il più delle volte scalzi e a torso nudo i portatori con apparente
facilità sollevavano e trasportavano decine di sacchi di grano al
giorno che svuotavano di volta in volta nella "trèmogge".
Poi aprivano lo sportellino di questo contenitore e i chicchi dorati colmavano
"u mezzétte" sottostante, così si
misurava la resa del raccolto.
Intanto l'arsura, procurata dal solleone e dal mestiere stesso, veniva
lenita dal vino, per cui i facchini erano assidui frequentatori di cantine
(ne ricordiamo alcune Recciòtte, Siani, Marolla,
D'Orio, De Ieronimis), i bar dei poveri, che affogavano nell'alcool
gli stenti e le preoccupazioni del vivere alla giornata.
La misura di capacità in uso per i cereali era il "tomolo"
(u tummele) (24 misure) pari a due "mezzetti",
poi c'era la "quartuccià' pari a tre misure. A quei tempi su una versura (verzùre) pari a mq
12345 si raccoglievano in media 30-35 tomoli di grano, poiché i terreni
non venivano concimati come oggi; ogni tomolo pesava 48 chilogrammi circa. Buona parte del raccolto, che era stato ottimo se superava i 40 tomoli
di grano, restava sul posto poiché c'era la trasformazione in loco
e tutto si faceva in casa.
Poi sono cominciate le vendite a peso per quintale ed entrava in uso
la stadera (già diffusa nel periodo romano e proveniente probabilmente
dalla Campania) e la basculla.
Oggi ai carretti e ai facchini sono subentrate le macchine (camion con
cassoni ribaltabili e pale meccaniche) per cui un solo camionista col suo
mezzo, carica, trasporta e scarica in pochissImo tempo centinaia di quintali
di grano pesati sulla "stadera a ponte" (bilico). Nell'agro
di Serracapriola ci sono circa nove stadere a ponte. La cooperativa Frentana
(a differenza della COPAS che versa in gravi difficoltà economiche,
per cui a molti suoi clienti non sono stati ancora pagati i prodotti depositati)
oltre a una moderna stadera a ponte elettronica possiede la sonda automatica
"PREV AC" per il prelievo campione di grano.
Quest'anno che non è stata una "buona annata" si sono
prodotti nel nostro Comune in media 50 quintali di grano a versura corrispondenti
a 40 quintali a ettaro (mq. 10.000), poiché si concima abbondantemente
il terreno ed il seme è selezionato.
Il prodotto raccolto viene venduto quasi tutto perché non c'è
nessuna possibilità di trasformazione nel nostro paese.
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