Il castello ha condizionato fortemente la forma dello sviluppo urbano del centre antico, che ne imita la forma. Più che mura cittadine, si può parlare d'abitazioni civili e difensive: oltre ad essere più alte delle case ”dint’a terre”, le abitazioni perimetrali hanno base a scarpa e, di tanto in tanto, dei torrioni identici a quelli del castello.
Il tessuto urbanistico è il frutto d’aggregazioni, avvenute nel tempo, di piccole case monolocali, basse, compattate l'una all'altra e realizzate con tipologie mediterranee unite a quelle tipiche dell'Appennino dauno - molisano.
Le strade sono pavimentate in basalto nero del Vesuvio, quelle ritenute più importanti, e in pietra lavica bianca d'Apricena, le secondarie.
Inoltre alcuni sillogismi di vie stanno ad indicare vecchie preesistenze medievali come:

  • via Muro Rotto che indica il luogo in cui anticamente c’era una Porta d'accesso poi distrutta;
  • a “Cavute” cioè un passaggio cavato fra le mura;
  • la chiazzagrande, vale a dire “via Bovio”, che anticamente era la via più importante, il corso in cui si passeggiava, ci s'incontrava e si facevano compere;
  • la Panetterie la strada dei forni, oggi “via Cairoli”;
  • a chientenelle, l’attuale “via Ventura”, perché era stretta e piccola;
  • via dei Frentani, nei cui pressi c’erano i ruderi di quella che si pensa sia stata la Torre di avvistamento frentana;
  • a roie di zinghere, ora “via XX Settembre” perché la strada più battuta dagli stranieri, in genere gli abitanti del paese di Ururi, di origine albanese (è interessante notare come le dominazioni francesi, in particolar modo, abbiano influenzato la lingua comunemente parlata).

Alcune vie sono cieche, e ne sono veramente poche, come mai? Forse sono state chiuse in seguito all’abbattimento delle porte di accesso a Serracapriola. Altro caso anomalo è “il Largo Castello” forse lì c’era un’ala distaccata del castello oppure qualche elemento che aveva a che fare con la difesa.
Numerose in Serracapriola erano le "neviere" e cioè grandi fossi murati e coperti da una tettoia, nei quali si raccoglieva la neve; una di queste si trovava nei pressi della "pubblica strada" (probabilmente "Chiazzagrande") e per motivi di sicurezza verso le altre fabbriche e i cittadini dovuto allo scolo delle acque, fu smantellata intorno al 1808; altre si trovavano fuori il paese, nei pressi del Cimitero.